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18 Settembre 2011

Non evidenze di utilità per i prodotti “immunostimolanti” del commercio

Autore: Sara
Domanda

Sono la mamma di una bambina FC di 2 anni e 4 mesi. In seguito ad una visita specialistica da un otorino, a cui è stato sottoposto il fratello di 4 anni sano, il medico in questione mi ha suggerito dei prodotti da somministrare alla bambina FC per aumentare le sue difese immunitarie ed aiutarla ad essere “più forte” nell’affrontare eventuali raffreddori e tossi del periodo invernale. Vorrei quindi elencare i prodotti indicati e sapere se secondo voi possano svolgere un effetto positivo o se sia totalmente ininfluente somministrarleli: Biogel 200, Betamunal compresse, Viruxan sciroppo, Ommunal bustine. Come sempre ringrazio anticipatamente per la vostra risposta.

Risposta

Sintetizziamo le caratteristiche dei prodotti commerciali indicati in questa domanda:

– Viruxan è un preparato a base di Metisoprinol, l’unico preparato di quelli elencati che sia un farmaco e che abbia avuto qualche ragionevole sperimentazione. Il metisoprinol avrebbe un’azione indiretta di protezione verso le infezioni virali agendo come stimolo immunomodulante sulle cellule dell’immunità (immunità cellulare). In realtà le sperimentazioni cliniche su bambini con infezioni respiratorie ricorrenti non sono mai state convincenti. Non ci sono sperimentazioni in FC.

– Biogel è un preparato derivato da gelatina (o pappa) reale. Il suo effetto sulle difese immunitarie è più presunto che dimostrato.

– Betamunal è un parafarmaco integratore alimentare di cui non conosciamo la composizione ed ha una generica raccomandazione per “rinforzare” le difese immunitarie

– Ommunal è un lisato di alcuni batteri, che avrebbe una generica attività di stimolo alle difese immunitarie.

Non riteniamo che questi ed altri prodotti del commercio, propagandati e talora prescritti da medici con l’intento di attivare le difese organiche, soprattutto per prevenire o mitigare le banali infezioni virali dei bambini, abbiano spazio serio nel trattamento di tutti i bambini, tanto meno di quelli con fibrosi cistica.

Si tratta in sostanza di “medicina alternativa” con nessuna o quasi evidenza di beneficio clinico. Il loro impiego nei soggetti con FC non farebbe che incrementare inutilmente il carico ed i costi delle cure.

G.M.


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