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14 Dicembre 2004

Muco e ciglia bronchiali

Autore: betta
Domanda

se non sbaglio è la funzionalità delle ciglia dei bronchi che rende il muco fluido e a noi con fc il muco è troppo denso e queste ciglia non riescono a fuidificarlo, ma le persone sane hanno anche loro muco, catarro però fuido oppure c’è assenza di catarro?

e se una persona sana fa la coltura del catarro risultano batteri oppure assenza completa?

se una persona sana fa per esempio la pep mask oppure un’altra fisioterapia c’è espettorazione di catarro oppure no?

grazie

Betta

Risposta

Cerchiamo di riassumere il problema del muco bronchiale e delle ciglia in condizioni normali e patologiche.

Quello che chiamiamo muco è il risultato di un processo di secrezione da parte delle cellule epiteliali delle vie aeree e di alcune piccole ghiandole che stanno sotto la mucosa bronchiale (dette appunto ghiandole sottomucose). Questo muco in condizioni normali è scarso, ma sempre presente, e abbastanza fluido (bisogna immaginare una specie di saliva): esso va a formare un sottile strato che tappezza omogeneamente la superficie delle vie aeree (dal naso ai piccolissimi bronchi), che consente in prima istanza di mantenere la giusta umidità e la giusta temperatura dell’aria nell’albero respiratorio. Questo muco è in continuo movimento, dalla periferia dei bronchi o dal naso fino alla gola: il suo movimento è assicurato dal battito delle ciglia vibratili, che sono delle piccolissime estroflessioni a filamento delle cellule dell’epitelio respiratorio, immerse nella parte più aderente della pellicola di muco. La complessa funzione determinata da muco e ciglia si chiama “clearance muco-ciliare” ed ha lo scopo di assicurare una continua pulizia delle vie aeree: tutte le particelle che respiriamo assieme all’aria, compresi virus, batteri, spore fungine, polveri, pollini, etc, vanno a depositari sullo straterello mucoso e vengono rimosse da questo film in continuo movimento grazie all’attività delle ciglia.

In condizioni normali, la secrezione mucosa non viene avvertita perché essa è scarsa e scorrevole. Nemmeno se facciamo un trattamento speciale, come quello della pep-mask riusciamo ad avvertire normalmente la presenza appunto di “catarro” o a produrre catarro. Ma non appena si ha infiammazione delle vie aeree (rinite a livello nasale, bronchite a livello bronchiale), la quantità di secrezione aumenta e il muco può farsi più denso, particolarmente se l’infiammazione è dovuta ad infezione, in quanto accorrono globuli bianchi di difesa, che “appesantiscono” lo strato mucoso.

Nella fibrosi cistica il difetto di base determina innanzitutto una maggiore densità del muco: esso è povero di acqua (disidratato) e quindi poco scorrevole. Ciò rende più difficoltoso il lavoro delle ciglia, per cui la pulizia delle vie aeree ne risulta ritardata e insufficiente. Accade così che i batteri (che tutti normalmente introduciamo con la respirazione) hanno tempi più lunghi per rimanere nell’albero respiratorio e per mettere in atto meccanismi di adattamento alle nuove condizioni ambientali e alla fine per aderire alle pareti delle vie aeree, per moltiplicarsi e per liberare eventuali sostanze tossiche. A questo consegue la risposta infiammatoria di difesa dell’organismo: afflusso di globuli bianchi, aumento di secrezione di muco da parte delle cellule epiteliali e delle ghiandole sottomucose. Il muco si fa quindi sempre più denso e compromette sempre più la “clearance muco-ciliare” fino a dare ostruzione delle vie aeree, specie di quelle più periferiche, i bronchioli. Naturalmente anche nel paziente con fibrosi cistica vengono messi in atto meccanismi alternativi di pulizia delle vie aeree: essi sono principalmente la tosse, la stessa attività di pompa respiratoria (che massaggia le vie aeree), l’attività fisica (che attiva la pompa respiratoria e che scuote le secrezioni). Sono questi sostanzialmente i meccanismi principali che tendono ad essere attivati e potenziati con la fisioterapia respiratoria, come compenso alla clearance muco-cigliare insufficiente.

G. M.


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