Sono una donna di 30 anni con un solo rene dalla nascita. Durante accertamenti per infertilità mi e’stato buttato lì che potrei essere portatrice sana del gene della fibrosi cistica. Cosa ne pensate?
Il medico che ha suggerito questa ipotesi (l’associazione fra le mutazioni del gene CFTR e l’assenza congenita di un rene) probabilmente ricordava che esiste una malformazione congenita dell’apparato riproduttivo maschile chiamata CBAVD, Atresia Congenita Bilaterale dei Dotti Deferenti, che nel 50-75% dei casi è dovuta alla presenza di una o due mutazioni del gene CFTR nel genotipo del soggetto. E ricordava che l’apparato riproduttivo e l’apparato urinario hanno la stessa origine embriologica (derivano da uno stesso tessuto dell’embrione chiamato mesonefro), per cui ha supposto che la causa della malformazione renale possa essere la stessa della malformazione dell’apparato riproduttivo maschile e cioè una mutazione del gene CFTR; di qui l’ipotesi della condizione di portatrice sana nella persona che ci scrive (che è priva di un rene dalla nascita).
Il problema è però complicato (e tra l’altro studiato unicamente al maschile, perchè non conosciamo il corrispettivo femminile della patologia conosciuta come CBAVD). E’ complicato, perchè non tutti i soggetti con CBAVD hanno malformazioni renali (in particolare agenesia o ipoplasia unilaterale o bilaterale dei reni). Anzi, una ricerca su di un vasto numero di CBAVD (1) ha indicato come si possano distinguere all’interno di questa condizione due gruppi principali: i soggetti con CBAVD con elevata prevalenza di mutazioni del gene CFTR e reni normali, che sono la maggioranza dei casi; e i CBAVD senza mutazioni del gene CFTR, ma assenza congenita di un rene (circa il 10% del totale). Altre ricerche hanno confermato questi dati, oppure hanno precisato che anche i CBAVD con assenza di rene possono avere mutazioni del gene CFTR, ma con frequenza simile o solo lievemente superiore a quella della popolazione generale (2,3).
In definitiva, l’opinione prevalente è che i CBAVD con agenesia renale rappresentino una diversa entità clinica: una causa (genetica?) sconosciuta che agisce in una fase molto precoce dello sviluppo embrionario, all’incirca prima della settima settimana di gravidanza (quando il mesonefro è ancora un tutt’uno destinato a dare origine sia a reni che ad apparato riproduttivo) provocherebbe la condizione clinica in cui sono malformati sia i vasi deferenti che il rene. Mentre la causa genetica (alterazione del gene CFTR) che agisce dopo che il mesonefro si è suddivviso agirebbe solo sullo sviluppo dell’apparato riproduttivo e quindi darebbe solo CBAVD.
Sul piano pratico, di fronte ad una donna con agenesia renale unilaterale è opportuno indagare le mutazioni del gene CFTR, tenendo presente però che le probabilità che risulti portatrice di una mutazione del gene CFTR sono simili o di poco superiori a quelle del soggetto della popolazione generale. E che, qualora risultasse portatrice, per quello che oggi ne sappiamo, la mutazione CFTR sarebbe “associata” alla sua patologia renale e non ne rappresenterebbe la causa. La causa genetica dell’agenesia renale, mono o bilaterale, non è conosciuta. Per dare una valutazione in termini di consulenza genetica circa il rischio che sia una condizione trasmissibile, sarebbe importante sapere se si tratta di un’agenesia associata ad altri problemi (“sindromica” ) oppure isolata, come pure se altri familiari hanno presentato problemi simili.
1) McCallum TJ et all “Unilateral renal agenesis associated with congenital bilateral absence of the vas deferens : phenotypic findings and genetic considerations” Human Reproduction 2001; 16 (2):
282-288
2) Daudin M et all “Congenital bilateral absence of the vas deferens: clinical characteristics,, biological parameters, cystic fibrosis transmebrane conductance reglator gene mutations, and implications for genetic counseling” Fertil Steril 2000; 74(6):1164-74
3) De la Taille A et all “Correlation between genito-urinary anomalies, semen analysis and CFTR genotype in patients with congenital bilateral absence of the vas deferens” Br J Urol 1998; 81(4):614-9