Salve, sono una docente di Scuola Primaria e avrei bisogno di un chiarimento. Qualora un alunno fosse affetto da fibrosi cistica l’uso della mascherina potrebbe con certezza compromettere la sua salute? Sarebbe necessario o comunque consigliabile esentare l’alunno in questione dall’utilizzo dei dispositivi di sicurezza anti-Covid (mascherina chirurgica o FFP2) in assenza di certificazione medica che autorizzi il bambino a non indossarli?
Abbiamo già trattato su questo sito (qui) il tema del costo/beneficio associato all’uso della mascherina oro-nasale nei soggetti affetti da fibrosi cistica, sostenendo che l’uso di questo presidio sanitario è di fatto irrinunciabile per chi ha necessità in primis di difendere se stesso dalla possibilità di un contagio interpersonale. Questo è vero per gli adulti e anche per i bambini della scuola primaria, per i quali è diventato obbligatorio l’uso di mascherina chirurgica negli ambienti al chiuso.
La mascherina, però, rende più difficile la respirazione? Di fatto, la legge dice che sono esenti, oltre ai bambini di età inferiore ai sei anni, anche chi sta svolgendo una intensa attività fisica e i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina. Questo tema è largamente discusso anche a livello delle vie di informazione, dove sono stati riportati i dati di uno studio effettuato presso il Centro Cardiologico Monzino di Milano. È stato dimostrato che, in effetti, a fronte di un impegno respiratorio importante, la mascherina (soprattutto la FFP2) diminuisce lievemente il flusso di aria dall’esterno all’albero respiratorio e viceversa.
Complessivamente quindi, un bambino con fibrosi cistica che frequenta la scuola elementare è bene che indossi la mascherina in classe? Crediamo che, oltre alla evidente motivazione su base psicologica (Perché mi devo comportare in modo diverso dai miei compagni? Allora davvero sono un “diverso”!) bisogna tenere conto che la funzionalità respiratoria nei primi anni di vita in chi ha la fibrosi cistica è di regola normale e, quindi, non giustifica comportamenti differenti rispetto a quelli adottati per la popolazione generale. Come sempre, comunque, per avere informazioni relative al singolo caso è essenziale fare riferimento ai sanitari che assistono il bambino e che hanno a disposizione tutte le informazioni necessarie per prendere le opportune decisioni.