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18 Marzo 2014

L’analisi dei polimorfismi poly-T e TG del gene FCTR nello screening del portatore è arbitraria e rischia di far confusione senza dare aiuto

Autore: Alessandra
Domanda

Io e mio marito abbiamo fatto l’esame genetico di primo livello per mutazioni CFTR, da cui emerge che per entrambi non compaiono mutazioni del genere, ma dal mio esame risulta un poliformismo 5T/7T e da quello di mio marito un poliformismo 7T/7T. Leggo nelle vostre indicazioni che la variante 5T ha un effetto simile a quello di una mutazione se accompagnato da un altro polimorfismo, chiamato TG (TG12 o TG13). A fronte di questi risultati la nostra genetista ci ha vivamente consigliato di effettuare l’esame per verificare la lunghezza del TG prima di iniziare il percorso di fecondazione assistita. In realtà non riesco a comprendere quali siano i rischi reali per il nascituro, dal momento che mi sembrava di aver capito che anche se il mio TG fosse superiore o uguale a 12, mio marito non sembra avere nessuna mutazione tra le più diffuse (circa il 75% di quelle possibili, con il test di primo livello fatto).

Risposta

In effetti ci sembra proprio di poter dire che è proprio così: se in una coppia entrambi sono risultati negativi alla ricerca di mutazioni del gene CFTR, non ha particolare importanza la presenza delle varianti del complesso poli-T e la lunghezza del tratto TG dello stesso gene. Qui invece il consiglio della genetista, di fronte alla coppia in cui entrambi sono negativi alla ricerca delle principali mutazioni del gene CFTR, ma lei è risultata portatrice di T5/T7 e lui T7/T7 , è stato invece di approfondire l’indagine per capire se nella donna il T5 si accompagna ad un TG “lungo” (superiore o uguale a 12). Ma se anche si trovasse un TG lungo, in assenza di vere mutazioni del gene CFTR, un eventuale figlio potrebbe ereditare la combinazione T5 + TG>12 dalla madre e il T7 del padre. E, come giustamente dice chi ha posto la domanda, non c’è ragione di sospettare che questo assetto genetico possa essere responsabile di malattia fibrosi cistica (in assenza di “vere” mutazioni CFTR).

C’è però da valutare un dato (che non ci è stato detto): qual è la ragione per cui la coppia intraprende la fecondazione assistita? Se nell’uomo fosse in causa una azoospermia ostruttiva, rimarrebbe sullo sfondo la rarissima possibilità di una fibrosi cistica atipica. E la genetista avrebbe adottato un atteggiamento di estrema prudenza, sospettando che sia dovuta alla presenza di (almeno) una mutazione CFTR non identificata (a meno che non si intenda procedere ad analisi di 2° e 3° livello), assieme al T7. Possibilità alquanto rara, ma non impossibile in assoluto. Se il figlio ereditasse quella mutazione CFTR che nel padre fosse sfuggita all’identificazione, e la combinazione T5+TG >di 12 della madre, ecco che allora correrebbe a sua volta il rischio di una forma di fibrosi cistica atipica. In sintesi, come detto molte altre volte queste indagini sui polimorfismi poli-T e TG spesso complicano le cose senza fornire aiuto reale. Non va dimenticato che la loro applicazione, soprattutto nel campo delle indagini di screening del portatore e prenatali è arbitraria: a oggi c’è consenso sul fatto che gli accertamenti genetici nei futuri genitori debbano diminuire il rischio di forme di malattia FC classica (malattia grave, evolutiva, multiorgano), non il rischio di forme atipiche. Ma le indagini sui polimorfismi si sono diffuse nell’ambito di quel filone della medicina che è chiamato medicina difensiva: consiste nella pratica di misure diagnostiche o terapeutiche condotte principalmente non per assicurare la salute del paziente, ma come garanzia di eventuali responsabilità medico legali di fronte a eventi imprevisti e/o imprevedibili e/o di rilevanza non diffusamente condivisa.

G. Borgo


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