In quanto tempo, dal momento in cui ci si espone a un batterio quest’ultimo si insedia nei polmoni e quindi appare nell’esame colturale? E soprattutto dopo quanto appaiono i primi sintomi (ad esempio nel caso di un micobatterio). È qualcosa di immediato, e che quindi dopo pochi giorni mostra già i suoi effetti negativi? O è un processo più lento? Grazie di cuore per il vostro costante supporto!
I batteri, così come i virus e gli altri microrganismi, hanno un accesso diretto e veloce ai polmoni per le caratteristiche dell’apparato respiratorio, che è in diretto contatto con l’ambiente esterno. Per verificare la presenza di un batterio nell’espettorato, l’ordine di grandezza in termini di tempo è di giorni.
Normalmente i vari meccanismi di difesa presenti sulla mucosa respiratoria (i peli nasali, le ciglia vibratili, il muco, i macrofagi alveolari) sono in grado di bloccare il potenziale patogeno ed evitare che si insedi nei polmoni.
Nel caso della fibrosi cistica questi meccanismi sono meno efficienti e pertanto i batteri possono facilmente raggiungere i polmoni e rimanervi a lungo come “ospiti” indesiderati. Ciò causa quella che chiamiamo colonizzazione, cioè la presenza di un microrganismo in assenza di sintomi e senza risposta dell’ospite, e/o successivamente infezione, cioè la presenza di un microrganismo con risposta infiammatoria locale o sistemica, capace di provocare un danno nel tempo, anche a distanza di mesi, con i segni e i sintomi della malattia.
I micobatteri non tubercolari costituiscono un caso particolare e di solito impiegano molto tempo prima di dare segno di sé. Sono necessarie colture particolari per rilevarli e anche in questo caso ritrovarli nell’espettorato non significa essere malati (per approfondire qui).
La diagnosi e la terapia in fibrosi cistica sono guidate dalla valutazione di molti parametri (clinici, microbiologici e radiologici) e la decisione è sempre basata sull’osservazione di mesi, mai immediata.