Buondì. Volevo porre un quesito per pura curiosità. Sono consapevole che nelle donne il difetto CFTR può causare al massimo problemi di ipofertilità e raramente infertilità, ma vorrei un vostro parere su una mia teoria basata su alcuni articoli letti. Nel caso di una donna portatrice sana di FC, pur rimanendo nell’ambito della piena fertilità, è di fatto plausibile che la riduzione di circa il 50% di proteina CFTR ponga questa categoria di donne nella fascia di fertilità normale più bassa? Ovvero, visto che nel tratto riproduttivo femminile gli spermatozoi vivono dai 2 ai 5 giorni, è possibile che in una portatrice sana la sopravvivenza dello sperma sia più facilmente di pochi giorni rispetto alla non portatrice che magari riesce a farli sopravvivere di più? Grazie.
Le ragioni dell’ipofertilità e infertilità della donna con la malattia fibrosi cistica non sono ancora oggi del tutto chiarite. Si stanno comunque raccogliendo evidenze sempre maggiori circa il fatto che la proteina CFTR difettosa presente nella donna affetta da FC induca la produzione di un muco cervicale (la cervice è la porzione inferiore dell’utero che s’inserisce in vagina) denso e disidratato, che altera l’ingresso e la risalita degli spermatozoi in utero (1). A livello uterino poi, sempre il difetto di CFTR presente nell’endometrio (il tessuto epiteliale che riveste la parete interna dell’utero) riduce la secrezione di ioni bicarbonato e diminuisce per questo motivo la capacità degli spermatozoi di fertilizzare l’ovocita (1). Questi studi si riferiscono sempre alla condizione di donna con malattia FC, non alla condizione di donna portatrice, per la quale non ci sono, a nostra conoscenza, studi specifici. Piuttosto va segnalato che vi è più in generale dibattito sull’ipotesi che la condizione di portatore o portatrice possa essere predisponente per alcune patologie.
L’argomento è complesso e tentiamo una breve spiegazione. Il soggetto che non è portatore di alcuna mutazione del gene CFTR possiede su ognuno dei due cromosomi 7 (che tutti possediamo) una copia normale di tale gene. Ogni copia del gene produce una certa quantità di proteina CFTR e assumiamo che la quantità complessiva sia pari a 100: 50% prodotta da una copia del gene e 50% dall’altra. Il portatore sano, che possiede su di un cromosoma 7 la copia del gene normale e sull’altro una copia con la mutazione, produce sicuramente il 50% della proteina normale e inoltre una quantità molto bassa e poco funzionante per effetto della mutazione. Le ricerche svolte hanno dimostrato che la soglia del 50% di proteina CFTR normale assicura di non avere sintomi simil FC a carico di nessun organo.
Vi possono essere però in alcuni soggetti, portatori di una mutazione del gene CFTR, combinazioni genetiche particolari per cui su di un cromosoma hanno la mutazione e sull’altro una variante del gene che, pur non essendo una vera mutazione, abbassa la produzione di CFTR normale. Ecco che allora in questi soggetti la produzione di CFTR può scendere al di sotto della soglia del 50%, per cui si ritiene possano essere predisposti alla comparsa di sintomi, anche modesti, che ricordano quelli della malattia FC. In particolare questi sintomi possono essere a carico del pancreas (pancreatiti ricorrenti) e dell’apparato riproduttivo nell’uomo (infertilità da atresia congenita dei dotti deferenti, condizione tipica della malattia FC maschile). Non è stato studiato, a nostra conoscenza, se le donne portatrici di una mutazione CFTR combinata con una qualche variante del gene siano predisposte a ipofertilità o infertilità (2), né si trovano riguardo a questo segnalazioni in letteratura scientifica, come invece è frequente per l’infertilità maschile.
Per ulteriori approfondimenti sull’ipotesi della predisposizione del portatore a particolari patologie consigliamo la lettura di una dettagliata risposta già pubblicata (3).
1) Hughan K, Daley T, Rayas MS et al “Female Reproductive Health in Cystic Fibrosis” J Cyst Fibros 2019 Oct;18 Suppl 2:S95-S104
2) Difetto di attecchimento in utero di embrioni ottenuti con fecondazione assistita in donne FC, 05/04/2016
3) Rischio di sintomi FC nei portatori sani FC, 31/01/2020