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6 Giugno 2010

Infezione delle vie urinarie: problemi delle uroculture

Autore: Viola
Domanda

Sono una ragazza di ventisei anni e costantemente, all’esame dell’urocoltura, si rileva la presenza di un germe il Citrobacter koseri. Prima invece era presente Escherichia coli. Sono germi che possono portare a conseguenze preoccupanti? Come è possibile arginarli? Grazie

Risposta

Il problema non riferito in questo caso è il perché vengono fatte ripetute uroculture. Vi sono sintomi e segni di infezione delle vie urinarie? E di che tipo e intensità? Da quanto riferito sembrerebbe trattarsi di una infezione persistente. Tuttavia, va ribadito che non basta conoscere l’esistenza di un certo tipo di batterio: è importante conoscere qual è la concentrazione di quel batterio nelle urine. Infatti, una certa quantità di batteri si ritrova facilmente nelle urine anche di chi sta bene. I germi segnalati nella domanda (Escherichia coli e Citrobacter koser) sono in genere batteri che abitano, senza creare problemi (si chiamano “enterobatteri”), nell’ultimo tratto dell’intestino, il colon. Questi batteri, particolarmente nelle femmine, possono andare a contaminare le vie urinarie, sia attraverso le vie esterne (vagina, uretra, per modalità ascendente) con materiale fecale, sia con il passaggio attraverso il sangue (modalità discendente). Questo passaggio non sempre crea problemi. I batteri isolati nelle uroculture, compresi quelli qui segnalati, sono trattabili con opportuni antibiotici: quando i germi isolati sono in alta carica viene eseguito di solito anche un antibiogramma, cioè uno studio di sensibilità di quei batteri ad una serie di antibiotici. Per il trattamento, se vi è indicazione per l’entità dell’infezione, si sceglie di solito uno degli antibiotici risultati più attivi nella prova in vitro. Certamente il medico che si occupa di questo problema saprà valutare nel caso particolare se vi siano indicazioni al trattamento e quale trattamento scegliere.

G.M.


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