Salve, sono la mamma di una ragazzina con fibrosi cistica. Spiego la mia preoccupazione: mia figlia ha 13 anni e nella sua classe, assieme a due, hanno organizzato un viaggio di studio in Inghilterra. Ci va quasi tutta la classe e sicuramente sarà un’esperienza bellissima. Mia figlia è molto responsabile: fa aerosol, fisioterapie, vitamine quasi tutto da sola. Pur mantenendo sempre un occhio di riguardo, gode di ottima salute e di problemi polmonari ne ha avuti ben pochi: una volta ha avuto Pseudomonas. Ma il problema si è poi risolto. È un po’ magra però mangia tanto. È nata con occlusione intestinale: da piccola abbiamo avuto problemi. Ora ha un po’ di ipoglicemia (o iperglicemia? ndr). Chiedo se sia pericoloso che si allontani dall’Italia vista la sua patologia.
Diciamo innanzitutto che il quesito andrebbe posto correttamente ai medici del centro di cura, che della ragazza conoscono bene la storia e la situazione clinica attuale: possono dare la giusta valutazione ed eventualmente i suggerimenti specifici per il mantenimento delle cure e per far fronte a possibili evenienze.
Qui possiamo solo suggerire alcune considerazioni generali. I ragazzi con fibrosi cistica, specialmente quando godono di una situazione clinica buona, amano fare esperienze nuove, conoscere il mondo e godere della compagnia dei coetanei in contesti diversi da quelli abituali della scuola. Le gite scolastiche sono in tal senso assai preziose e vanno assolutamente incoraggiate: possono educare a vivere con più scioltezza gli aspetti normali della vita e a cimentarsi con la propria autonomia e lo spirito di iniziativa. Naturalmente, ci sono gli accorgimenti necessari da seguire secondo le indicazioni dei medici, da comunicare anche agli insegnanti che accompagnano i ragazzi nella gita. Va anche detto che, in caso di bisogno, in Inghilterra ci sono numerosi e ben diffusi centri di cura per la fibrosi cistica.