Buongiorno, io ho avuto un aborto interno all’11° settimana seguito da raschiamento. Alla prima ecografia il ginecologo aveva visto che il cuore del piccolo non batteva più e aveva notato delle macchie bianche. Sulle osservazioni aveva scritto la seguente dicitura: “Ipercogenicità intestinale – trisomia 18”. Come devo comportarmi adesso? E’ il caso che faccia qualche esame prima di intraprendere una nuova gravidanza?
Non ci viene detta l’epoca di gravidanza in cui è stata eseguita la prima ecografia: in genere è fra la sesta e la decima settimana di gravidanza. Ipotizzando che sia stato così, gli esperti da noi consultati ci hanno detto che è molto improbabile che a quell’epoca siano diagnosticabili anomalie strutturali del feto (a livello di cranio, corpo, visceri, arti) così chiaramente da indurre il sospetto di una precisa anomalia cromosomica (in questo caso la trisomia 18). L’ecografia può diagnosticarle, ma in un’epoca successiva di gravidanza. Quindi, è difficile capire come mai in questo caso sia stato segnalato questo sospetto e in aggiunta sia stata segnalata un’iperecogenicità intestinale (con questo termine forse il ginecologo voleva descrivere le “macchie bianche” che non hanno avuto ulteriore spiegazione?). L’iperecogenicità intestinale, cioè l’aumento della visibilità all’ecografia dell’intestino fetale, è un campanello d’allarme e in genere induce ad eseguire una serie di indagini ( si possono vedere varie risposte su questo argomento in questo sito). Ma in genere questa anomalia viene segnalata all’ecografia “morfologica” che si esegue fra la 16a e la 20a settimana di gravidanza. Ci viene il dubbio che forse questa ecografia sia stata eseguita quando il ginecologo aveva in mano anche il risultato del test che la donna può fare, attraverso un prelievo di sangue, per lo screening delle anomalie cromosomiche (detto “duo-test”); e che in realtà fosse stato questo test a indicare la trisomia 18 (cosa che può fare).
L’immagine sospetta che può essere evidenziata con un’ecografia alla decima settimana di gravidanza è quella della “traslucenza nucale”: con questo termine s’indica una particolare immagine ecografica che evidenzia una piccola raccolta di liquido presente sotto la pelle della zona cervico-dorsale del feto (in pratica dietro la nuca). Le ragioni della presenza di tale falda liquida non sono ancora ben chiare, ma si è visto che in presenza di un aumento di spessore di questa falda cresce anche il rischio che il feto sia affetto da patologie congenite quali le anomalie cromosomiche, le cardiopatie o altre sindromi genetiche o malformative. Lo spessore della translucenza aumenta con il passare delle settimane di gravidanza, quindi per la sua valutazione bisogna “datare” esattamente la gravidanza. Il valore “predittivo” dell’immagine è significativo fra l’11a e la 14a settimana di gravidanza. Ma non è l’aumento della traslucenza nucale che è stato segnalato in questo caso. Sulla scorta di dati così incerti ci risulta molto difficile dare consigli: certo è meglio andare a fondo della cosa e se ci sono documenti (il risultato dell’ecografia o di altre indagini), utilizzarli per risentire lo stesso ginecologo, se possibile, oppure portarli a un altro esperto.