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9 Gennaio 2020

Il test del sudore completa il percorso di screening neonatale FC

Autore: Claudia
Domanda

Buonasera. Per mio figlio, a 16 giorni di vita, sono stata contattata per fargli effettuare test del sudore dopo che gli sono state riscontrate le mutazioni N1303K e D110E, compatibili con un genotipo FC eterozigote composto, e valore IRT 86 con cut off 42. Ora volevo sapere se si hanno conoscenze per la combinazione di mutazioni in oggetto che, a quanto mi sembra di aver letto, che debbano essere una mutazione severa e una lieve. Mi chiedo, perché non capisco, quali ragioni possono esserci nel farci effettuare il test del sudore, visto che, leggendo, sembra che già con il risultato dello screening sia stata diagnosticata la fibrosi cistica.

Risposta

Lo screening neonatale per la fibrosi cistica ha inserito tra gli accertamenti, eseguiti sulla goccia di sangue prelevata nei primi 3-4 giorni di vita, il test genetico per la ricerca di mutazioni del gene (CFTR), responsabile della fibrosi cistica. Il test genetico viene eseguito quando l’enzima tripsina risulta elevato nella stessa goccia di sangue: molte ricerche hanno dimostrato che il test genetico aumenta la sensibilità e la specificità dello screening neonatale e per questa ragione è entrato a far parte definitivamente del processo diagnostico dello screening neonatale.

Solo alcune mutazioni del gene CFTR sono associate alla fibrosi cistica. Altre possono avere un comportamento variabile: cioè possono sia non causare sintomi della malattia, sia associarsi alla malattia. Altre mutazioni ancora sono sicuramente varianti innocue, che non si associano alla malattia. Di altre non si conosce il significato. La mutazione N1303K è una mutazione che sicuramente causa la malattia, se si combina con un’altra mutazione causante fibrosi cistica. La mutazione D110E è invece una mutazione a comportamento variabile: solo la presenza di un valore elevato del cloro nel sudore e di sintomi compatibili, che si possono sviluppare anche tardivamente, consentono di fare la diagnosi di fibrosi cistica (1, 2).

Per questa ragione il processo diagnostico dello screening neonatale deve essere completato dall’esecuzione del test del sudore, che è comunque il test diagnostico definitivo di malattia, che conclude sempre lo screening neonatale (3). Se il valore del cloro del sudore risultasse elevato (superiore a 59 mEq/L) si potrà fare la diagnosi di malattia: in questo caso è importante seguire il bambino nel tempo per valutare se svilupperà sintomi compatibili, comunque più lievi. Occorre anche considerare che oggi disponiamo di farmaci, i cosiddetti modulatori della proteina CFTR, ben incisivi sui sintomi, almeno. Nel caso il valore del cloro sudorale fosse in un range dubbio (30-59 mEq/L) occorre ripetere più volte il test del sudore nei mesi successivi, fare un approfondimento con altri test diagnostici e seguire il bambino nel tempo per valutare la eventuale comparsa di sintomi. Nel caso di un test del sudore negativo (cloro sudorale inferiore a 30 mEq/L) la diagnosi di fibrosi cistica è molto improbabile. Altre informazioni sulla mutazione D110E sono disponibili tra le risposte a domande, simili alla sua (1, 2).

1) cftr2.org/mutation/scientific/D110E/
2) Ancora a proposito di mutazione CFTR con funzione residua (D110E), con sufficienza pancreatica e pancreatite ricorrente, 12/12/2018
3) Farrell PM, White TB, Ren LC, et al. Diagnosis of cystic fibrosis: consensus guidelines from the Cystic Fibrosis Foundation. J Pediatr 2017; 181S:S4-15

Dr Cesare Braggion (Già direttore del centro regionale toscano FC, Firenze)


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