A seguito della richiesta avanzata dalla Vertex ad EMA per l’introduzione di Trikafta (Kaftrio per l’Europa) nel mercato europeo, sono rimasto molto perplesso e deluso della determinazione assunta da EMA nel non approvare questo nuovo e importantissimo farmaco per tutti i malati FC, con le stesse prescrizioni assunte dalla FDA americana. Vi chiedo pertanto il perché di questa differenziazione, ovvero perché l’autorità europea non ha esteso – come negli Usa – il suo uso a tutti i malati con una singola copia di F508del. Perché, se in America hanno ritenuto che in ogni caso questo farmaco arrecasse benefici importanti a tutti i portatori della F508del a prescindere dall’altra mutazione, l’autorità europea si permette di restringere il campo di applicazione? Ma su che basi avvengono tali determinazioni? Problemi di sicurezza del farmaco? Non credo, anche perché in ogni caso, un malato che non avesse una seconda mutazione con funzione minima (e poi perché ancora non si conosce l’elenco di queste approvate in Europa?) non ha altre speranze di contenimento della malattia, quindi meglio un farmaco moderatamente efficace o finanche non sicuro al 100% che un decorso segnato, questo sì, con prognosi infausta al 100%! Proprio mi sfugge la motivazione di questa determinazione da parte di EMA, come a voler fare i primi della classe sulla pelle dei malati, non recependo in toto le prescrizioni saggiamente adottate negli Usa. C’è un motivo particolare? Chi decide in Europa ha un nome e un cognome senza trincerarsi dietro i vari comitati, direttivi o consigli in modo da eludere così ogni singola responsabilità personale? Perché francamente vorrei conoscere e poter guardare negli occhi chi decide di restringere il campo di applicazione di un farmaco quasi risolutivo, lasciando al proprio destino chi non ha avuto la “fortuna” di avere la seconda mutazione ricompresa nella magica lista (che assurdamente ancora non conosciamo)! Problemi economici legati ai costi? Non credo che con tutti i milioni di euro sperperati proprio dalla nostra bella Europa, si sia deciso di risparmiare sulla possibilità di vita dei malati FC, perché sarebbe ancora più grave e inaccettabile! Allora mi domando e domando a tutta la comunità il perché di quest’assurda restrizione che trovo inaccettabile, ottusa e vergognosa nei confronti di chi ha diritto, in un continente che si ritiene civile, di curarsi nel migliore dei modi a prescindere anche dalle possibilità economiche.
Non abbiamo conoscenze dirette sui percorsi di valutazione e approvazione di farmaci proposti dalle industrie agli enti regolatori, in particolare ad EMA. Il dibattito su Kaftrio è aperto e FFC con le altre organizzazioni SIFC e LIFC si impegna nella ricerca di soluzioni accettabili per tutte le realtà coinvolte. Nei confronti di questa domanda, abbiamo pensato di dare un contributo soprattutto fornendo informazioni che possano essere utili.
C’è un sito che è collegato al sito di EMA e si chiama EPAR (European Public Assessment Reports) (1, 2): contiene riassunti molto dettagliati sui prodotti approvati, per esempio abbiamo trovato quello su Orkambi, che invitiamo a leggere per capire come lavorano gli esperti del CHMP (Committee for Human Medicinal Products), il comitato tecnico scientifico che fornisce il parere ad EMA. Questi riassunti sono resi noti solo dopo che l’intera procedura per l’approvazione di un farmaco è stata formalmente completata. Per ora non c’è niente di pubblicato su Kaftrio, ma certamente sarà reso pubblico. I pareri del CHMP sono basati su di una valutazione scientifica dei dati, che deve decidere “… se il farmaco presenta le caratteristiche richieste rispetto a qualità, sicurezza ed efficacia e se il bilancio rischi/benefici è positivo” (3).
C’è da dire che le caratteristiche ritenute valide per l’approvazione di un farmaco possono però variare fra Europa, USA, nazioni orientali (es: Giappone). Questo può avere come conseguenza pratica che in certi paesi alcuni farmaci sono in commercio e in altri no; e questo succede non di rado, e non solo nel campo della FC. Abbiamo consultato un esperto che ci ha riferito per esempio come ci siano discrete differenze nel campo dei farmaci destinati al trattamento dei tumori (eppure anche qui si tratta di farmaci di grosso impatto sul decorso della malattia!).
Né si può pensare che in tutto il mondo ci sia un solo ente che stabilisce approvazioni da estendere a tutti i continenti, perché la scienza è fatta anche di pluralità di valutazioni e contributi. Per esempio, negli ultimi anni un criterio scientifico che FDA ha adottato è la possibilità di approvare un farmaco anche se non è stato sperimentato nell’uomo, purché sia stato dimostrato efficace attraverso convincenti prove in vitro (in laboratorio). EMA non ha fatto suo questo criterio e, per quanto possibile, esige che il farmaco abbia avuto una sperimentazione clinica direttamente nell’uomo. Questa diversità di criteri in parte spiega le diverse indicazioni del farmaco Kalydeco, che in USA si ritiene prescrivibile quando una certa mutazione risponde positivamente al saggio con il farmaco in laboratorio, senza che ci sia stata la prova degli effetti nel malato.
Infine, per chi fosse interessato ad approfondire chi sono i componenti del CHMP (Committee for Human Medicinal Products), il comitato tecnico scientifico che fornisce la valutazione a EMA, segnaliamo le interessanti informazioni presenti alla pagina ema.europa.eu/en/about-us/who-we-are. Riportiamo per esempio, che i componenti del CHMP sono eletti da ciascuno stato dalla Comunità Europea, durano in carica tre anni, i loro nomi sono pubblici e hanno vari meccanismi di sorveglianza del loro operato, compresa una commissione di superesperti che annualmente rivede accuratezza e validità dei pareri che hanno emesso.
1) ema.europa.eu/en/about-us/how-we-work/regulatory-science-strategy
2) ema.europa.eu/en/documents/assessment-report/orkambi-epar-public-assessment-report_en.pdf
3) ema.europa.eu/en/committees/committee-medicinal-products-human-use-chmp