E’ possibile valutare in maniera oggettiva lo stato del degrado polmonare in relazione all’età? E se sì, in base a quali dati? E’ anche possibile prevedere il progresso della malattia? Cordiali saluti.
La valutazione della condizione polmonare si basa su parecchi riscontri obiettivi. In primis sono i sintomi e i segni oggettivi (tosse; espettorazione; presenza o meno di difficoltà respiratoria a riposo, nel sonno o nello sforzo; esame obiettivo del torace e stato generale). Poi vi sono i dati funzionali, rilevabili con spirometria ed esami correlati, test da sforzo, test di broncoirritabilità, analisi dei gas del sangue. Infine ci sono gli esami per immagini: radiografia standard, TAC e risonanza magnetica. Nella pratica clinica corrente si ricorre abitualmente al rilievo dei sintomi e all’esame obiettivo del torace e del respiro, integrato da spirometria standard e radiografia del torace, con eventuale ossimetria cutanea in condizioni di debito di ossigeno. L’età da sola non è un fattore di degrado polmonare, lo è invece la malattia polmonare che, nelle patologie croniche del polmone, evolve in genere con l’età in senso sfavorevole. Più che prevedere il progredire di una malattia respiratoria, questo insieme di rilievi obiettivi consente di osservarne l’evoluzione, al fine di prendere provvedimenti tempestivi per modificarla.