Ho cercato di aggiornarmi sui nuovi farmaci per FC, ma ho molta confusione a riguardo e vi prego di perdonare la mia ignoranza in materia. Poiché questi potenziatori agiscono su una specifica mutazione credo che le mutazioni rarissime non avranno uno specifico farmaco anche se fossero mutazioni molto lievi e l’azione sarà orientata a correggere le mutazioni più comuni magari di classe I o II. E’ corretto?
La domanda più importante è però capire come la situazione polmonare evolverà dopo la correzione della proteina. Il muco cambierà e diventerà più fluido, non ristagnando più nei bronchi con pericolo di infezioni? Se però sono presenti bronchiectasie i danni ci sono già e le ciglia vibratili sono compromesse. Possiamo immaginare che il miglioramento consista nel non provocare più danni di quanti già fatti? Oppure anche ad una sorta di rigenerazione dei bronchi danneggiati? Immagino che questa ipotesi sia remota ma so che i tessuti del corpo si rigenerano e perché non dovrebbe accadere anche ai bronchi?
Circa il possibile trattamento con farmaci “modulatori” di proteina CFTR difettosa nei casi con mutazioni rare o molto rare bisogna dire che la ricerca sta tentando di coprire anche questi. C’è stato recentemente uno studio su limitato numero di casi che ha testato la possibilità di curare con kalydeco soggetti FC che conservavano una seppur modesta funzionalità residua della proteina CFTR: si tratta di casi del tipo di quelli citati nella domanda, con mutazioni “lievi”. Si veda la domanda Studio con Kalydeco (Ivacaftor) in pazienti FC con mutazioni che conservano alla proteina CFTR una funzionalità residua. Sulle mutazioni di classe I ci sono studi in vitro che stanno delineando la possibilità di intervenire sulle mutazioni di splicing che rientrano in questa classe.
Certamente ciò che ci si attende da farmaci che agiscono efficacemente sul difetto di base (correttori e potenziatori di CFTR) è che migliorino o si normalizzino le condizioni funzionali dell’albero respiratorio, recuperando fluidità alle secrezioni e quindi funzionalità delle ciglia vibratili e quindi minore tendenza alle infezioni. Ciò è stato dimostrato clinicamente in soggetti con mutazioni di classe III trattati con ivacaftor. Nei pazienti in cui ci sono danni polmonari già stabiliti, ci si aspetta che non si aggiungano altri danni. E’ vero anche che i tessuti respiratori tendono in parte a rigenerarsi ma è improbabile pensare ad una normalizzazione della struttura broncopolmonare: le bronchiectasie, specie quelle iniziali, possono in parte regredire ma è difficile che scompaiano se sono già molto avanzate, sarebbe sufficiente che possano svuotarsi più facilmente dei secreti stagnanti.