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10 Marzo 2013

Gli enzimi pancreatici del commercio perdono gradualmente (anche se lievemente) attività nel tempo

Autore: Paola
Argomenti: Enzimi pancreatici
Domanda

Buongiorno, vorrei sapere qualcosa di più sul ritiro da parte della casa farmaceutica del medicinale PANCREX. Quali sono i pericoli e rischi per la somministrazione dei lotti ritirati? Purtroppo solo ieri ne sono venuta a conoscenza dovendone ordinare nuove confezioni, ma fino ad oggi ho somministrato le capsule che avevo in casa, che risultano appartenere ai lotti che sono stati ritirati. Grazie.

Risposta

Sappiamo che la casa farmaceutica che distribuisce il preparato di enzimi pancreatici Pancrex ha ritirato alcuni lotti del prodotto. L’informazione che abbiamo è che quei lotti avevano perso parte dell’attività enzimatica rispetto a quanto dichiarato nella confezione.

Questi preparati, come noto, sono estratti purificati di pancreas suino e vengono posti in commercio con l’indicazione dell’attività enzimatica di ciascuno degli enzimi principali (lipasi, proteasi, amilasi) che contengono al momento della preparazione. Si sa peraltro che, con il passar del tempo, questi enzimi sono soggetti a perdere gradualmente parte della loro attività. Questo lo abbiamo constatato noi stessi anni fa determinando rigorosamente, a intervalli regolari, l’attività di ciascun enzima di questo preparato nel corso di alcuni mesi: tuttavia, dopo 6 mesi dal momento della produzione il prodotto, pur avendo ridotto l’attività di tutti i suoi enzimi e particolarmente della lipasi (una diminuzione di circa il 10%), conservava ancora sufficiente attività per gli scopi terapeutici indicati. La diminuzione di attività non significa che quei preparati non si possano assumere e tanto meno che siano dannosi: certo, conviene avere preparati che abbiano l’attività (scritta in unità enzimatiche) che viene dichiarata nella confezione. Diciamo che converrebbe verificare con la farmacia che i preparati di enzimi pancreatici del commercio non abbiano un tempo eccessivo rispetto alla data di produzione (forse non più di 8-10 mesi, anche se crediamo non vi siano regole precise in proposito). Vale la pena anche ricordare che questi preparati andrebbero preferibilmente conservati in frigo e comunque lontani da sorgenti di calore, proprio per limitarne il decadimento di attività enzimatica.

Ci sentiamo comunque di suggerire assoluta tranquillità per quanti avessero usato confezioni appartenenti ai lotti ritirati.

G.M.


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