Buongiorno, sono una ragazza con fibrosi cistica che assume Kaftrio da 1 anno e mezzo. La mia domanda è relativa all’assunzione del farmaco in questione e in particolare ai grassi da assumere in concomitanza con Kaftrio. Ho sentito di centri che prescrivono il Dalvik da accompagnare al farmaco se non si ha la certezza di assumere abbastanza grassi per aiutare appunto l’assimilazione di Kaftrio. La mia domanda è: il Dalvik non può essere un mezzo per evitare il sovrappeso e i correlati problemi di colesterolo che spesso subentrano in chi assume modulatori genetici per via dell’eccessivo consumo di grassi? Permetterebbe di fare pasti più leggeri garantendo l’assimilazione del farmaco, soprattutto per chi come me partiva già da una situazione nutrizionale ottima (sempre stata in sovrappeso). Cosa ne pensate? Da quando ho saputo di questa possibilità sto pensando di chiederne la prescrizione vorrei inoltre sapere se è possibile dimagrire con Kaftrio o se in qualche modo quest’ultimo ostacola il dimagrimento per qualche ragione. Grazie per il vostro supporto. Saluti.
Dalvik è un supplemento a base di un acido grasso polinsaturo, della serie omega-3, denominato acido docosaesaenoico (DHA): carente nella fibrosi cistica (FC), se integrato avrebbe un effetto antinfiammatorio. Questo farmaco nasce perciò con finalità ben diverse da quelle prospettate dalla nostra interlocutrice. Una normale colazione e una normale cena apportano sufficienti quantità di grassi per facilitare l’assorbimento del Kaftrio. L’uso dell’integratore Dalvik fa aumentare l’apporto di grassi e se la somministrazione è costante occorre anche adattare la dose di enzimi pancreatici.
Una recente revisione sistematica (questa) identifica 5 studi scientifici sull’uso del DHA come antinfiammatorio: da qualcuno di questi studi è emerso qualche beneficio ma si conclude che non vi sono evidenze sufficienti per raccomandare il DHA nelle persone con fibrosi cistica. Occorre poi tener conto che questo acido grasso è contenuto nel pesce azzurro e nelle noci o altro tipo di frutta secca: è pertanto possibile avere un apporto sufficiente di DHA con una alimentazione che contenga gli alimenti sopra descritti.
Durante la somministrazione del Kaftrio, tra i suoi effetti sono stati osservati sia il sovrappeso sia un aumento nel sangue del colesterolo (qui si può leggere un approfondimento scientifico). Ciò è da mettere in relazione con un migliore uso degli enzimi pancreatici: l’ivacaftor, infatti, fa aumentare la concentrazione dei bicarbonati di origine pancratica nel duodeno, aumentando il pH in questa sede e perciò favorendo un migliore uso degli enzimi pancreatici (come descritto in questo articolo scientifico).
Dimagrire o evitare il sovrappeso è possibile: occorre ridurre l’apporto di grassi con l’alimentazione. La dietista del Centro potrà fornire i suggerimenti adatti a ottenere un cambiamento nell’alimentazione e favorire il dimagrimento. È anche importante verificare con la curva da carico del glucosio se sono presenti disturbi del metabolismo del glucosio, che possono anch’essi favorire il sovrappeso e/o l’obesità. Inoltre annualmente è necessario verificare i livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue, specie in coloro che non assumono estratti pancreatici.