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26 Gennaio 2012

Fisioterapia respiratoria: come si usa la PEPmask

Autore: Ale
Argomenti: Fisioterapia
Domanda

Buonasera, vorrei cortesemente sapere qual’è il corretto utilizzo della Pep Mask. Grazie

Risposta

La PEPmask viene impiegata come tecnica fisioterapica per favorire il drenaggio delle secrezioni che le persone faticano ad eliminare spontaneamente. Viene usata normalmente in posizione seduta, con i gomiti appoggiati ad un tavolo, in una posizione comoda. La persona respira attraverso la maschera, naso e bocca dentro, in modo un po’ attivo, ma non forzato. Il respiro deve ricordare il movimento del mare che raggiunge la spiaggia e ritorna. Un mare tranquillo, non agitato. L’aria entra ed esce da una valvola inserita nella maschera: entra senza fatica ed esce con un po’ di difficoltà attraverso una resistenza, cioè un foro abbastanza piccolo (di dimensioni variabili a seconda della resistenza che si vuole ottenere): si crea così la pressione positiva (si dice positiva perché è più grande di quella dell’ambiente dove stiamo).

Se paragoniamo l’albero bronchiale ad un albero rovesciato, il tronco è la trachea, i rami di media grandezza sono i bronchi di media misura, quelli fini i piccoli bronchi e bronchioli ed infine ci sono le foglie cioè gli alveoli. La pressione positiva creata con la maschera agisce principalmente a livello delle “foglie”. Riesce a far entrare l’aria in modo uguale in tutte le piccole stanze del nostro grande appartamento polmonare attraverso delle vie secondarie che esistono già in natura. L’aria passa così dietro alle secrezioni e le spinge in direzione della trachea (il tronco dell’albero). Si respira per un minuto attraverso la maschera, quindi si eseguono dei soffi, come insegnato dai fisioterapisti, per trascinare le secrezioni lungo l’albero bronchiale fino a raggiungere i grossi bronchi e la trachea da dove possono essere espulse grazie alla tosse e/o con un soffio forte. E’ importante imparare bene a fare questi soffi per trascinare “dalla cantina alla soffitta” le secrezioni, che altrimenti facilitano le infezioni e una aerazione non uguale dei polmoni. Non vi è necessità di fare pause né tra l’inspirazione e l’espirazione (quando l’aria entra ed esce dalla valvola), né quando si è tossito. Dopo la tosse ci si riposa solo se si fa fatica a respirare, se manca il fiato.

Il trattamento va fatto lontano o prima dei pasti, normalmente due volte al giorno: ogni volta si ripetono 10 cicli circa. Ogni ciclo comprende 1 minuto di respiri con maschera, alcuni soffi, tosse (ed espettorazione se le secrezioni sono presenti). Quando una persona sta peggio le sedute quotidiane possono diventare anche 5, caso mai più brevi per non affaticarsi (ad esempio: 5 volte al dì, ogni volta con 5 cicli completi PEP/soffi/tosse). E’ necessario che il trattamento venga controllato da un fisioterapista esperto almeno ogni 3 mesi in modo da essere sicuri che la tecnica sia abbastanza buona: viene valutata la giusta resistenza, vengono controllate le condizioni della valvola e della maschera ma, soprattutto si sfrutta l’incontro per far imparare bene ad eseguire i cosiddetti soffi e la tosse. La PEPmask, come tutti i dispositivi usati per la terapia respiratoria, va pulita e disinfettata regolarmente seguendo le indicazioni del proprio centro, per evitare di ricevere danni a causa dei germi che crescono nell’apparecchio se non viene mantenuto pulito e disinfettato.

Sergio Zuffo, Terapista della riabilitazione, Centro Regionale Fibrosi Cistica, Osp. Meyer, Firenze


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