Ho iniziato terapia antibiotica in vena con merrem e nebicina. Dopo la prima somministrazione ho iniziato ad avere febbre altissima (39.8°) e alla fine ho dovuto sospendere la terapia. Volevo sapere quale antibiotico può avere scatenato questa reazione, e se potrò più in futuro assumerlo. Grazie
Bisognerebbe essere certi innanzitutto che la febbre di cui si parla non sia stata la continuazione, esacerbata, di una febbre preesistente al trattamento antibiotico e indipendente dal trattamento. Tuttavia, alcuni antibiotici, seppur raramente, possono causare febbre. Una febbre elevata che non esisteva prima e che fa seguito di poche ore al primo trattamento antibiotico potrebbe essere dovuta al tumultuoso effetto battericida (effetto di uccisione dei batteri) di quell’antibiotico: la rapida distruzione di una grande quantità di batteri potrebbe liberare nel sangue una grande quantità di sostanze derivate dalla distruzione batterica capaci di indurre febbre (effetto pirogeno). Un tale effetto era stato osservato originariamente dopo la prima somministrazione di antibiotico nella sifilide ed era stato chiamato reazione di Herxheimer. Un simile effetto è eccezionalmente possibile anche nel trattamento di altre infezioni, comprese quelle che si hanno in fibrosi cistica, quando si impiegano antibiotici della grande famiglia dei cosiddetti beta-lattamici: tra questi vi sono i vari tipi di penicilline ed anche i carbapenemici, che includono il meropenem (merrem). Questa febbre scompare spontaneamente di solito dopo i primi 2-3 giorni.
Questi stessi antibiotici possono dare anche una febbre su base immuno-allergica: questa compare peraltro dopo alcuni giorni di trattamento, in genere verso il 10° giorno e può accompagnarsi ad altri sintomi, specie eruzioni cutanee.
Nel caso particolare, se di effetto indesiderato dell’antibiotico si trattasse, è del tutto improbabile che esso dipenda dalla tobramicina (nebicina) e si dovrebbe tener in considerazione invece il meropenem.
Queste questioni andrebbero ben discusse con il centro di cura, e con i medici del centro si dovrebbe anche discutere sul da farsi per il futuro nel caso si dovesse ricorrere ancora allo stesso antibiotico per mancanza di altri antibiotici attivi sull’infezione in causa, una volta appurato che la febbre era dovuta veramente a quell’antibiotico. Vi sono modalità per prevenire o contenere le eventuali reazioni. Nel caso si concludesse per una reazione di tipo immuno-allergico bisognerà anche tener conto delle possibili (non obbligatorie) reazioni verso altri antibiotici della categoria “beta-lattamici”.