Buongiorno, com’è possibile riuscire a discriminare la “natura” di un episodio febbrile durato poche ore con temperatura a più di 38? Esso è necessariamente un sintomo di infezione in atto (pur in assenza di affaticabilità, inappetenza, maggior muco) oppure potrebbe anche essere il classico estivo “colpo di calore”, nel caso la persona si sia esposta al sole per molte ore? Necessita di un tempestivo intervento del centro di riferimento? La febbre è rientrata tra l’altro dopo poche ore. Come orientarsi? Grazie mille
La nostra interlocutrice pone giustamente il problema. La febbre può essere sintomo di diverse condizioni. Una febbre molto isolata nel tempo, della durata di qualche ora e senza seguito (nel caso di una persona con fibrosi cistica) può avere origini diverse. Certamente occorre pensare come prima causa ad una esacerbazione infettiva: questa si accompagna di solito a vari sintomi che quasi mai compaiono improvvisamente (aumento di tosse ed eventualmente di espettorazione, astenia, perdita di appetito, malessere generale etc.); in causa può essere la riattivazione di batteri abitualmente colonizzanti ma anche qualche virus banale, che magari darà qualche sintomo, anche extrarespiratorio, alcune ore dopo o il giorno successivo alla puntata febbrile.. E’ ragionevole pensare anche agli effetti della calura, specialmente dopo protratta esposizione al sole (colpo di calore) o in ambienti molto caldi e magari con scarsa introduzione di acqua e sali: non va dimenticato che una persona con FC nella stagione estiva rischia di perdere molto sale con il sudore e che è buona norma prevenire la perdita di sali assumendo spesso acqua e un supplemento di sale (per un adulto circa 4 grammi al giorno in più del solito e molta frutta fresca). Va ricordato anche che se si misura la temperatura subito dopo uno sforzo fisico protratto, questa può essere un po’ aumentata.