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3 Settembre 2018

“Far vivere” una bimba con FC

Autore: Francesca
Argomenti: Vivere con FC
Domanda

Buonasera, sono la mamma di una bimba FC. Volevo avere delle informazioni più precise sul tema generale della tosse. È molto difficile convivere con questa forte patologia e cercare di controllare al meglio tutte le situazioni. Noi abbiamo deciso, seppur con difficoltà, di “far vivere” nostra figlia, ovviamente correndo il rischio che comporta il tutto. Purtroppo la bambina, anche frequentando a livello extrascolastico degli amichetti, si imbatte spesso in vari tipi di tosse. Se vi sono casi estremi (tipo virus, tosse persistente) cerchiamo dove possibile di preservare la bambina, ma la paura si ha nelle situazioni borderline: compleanni al chiuso e tosse, andare a scuola di ballo e trovare bambine con tosse, pizzeria e sedersi vicino agli amichetti che magari hanno strascichi di tosse. Io e il mio compagno in queste situazioni rimaniamo tesi, sperando che non si becchi niente. Vorrei capire: esistono delle tossi più contagiose di altre? Se il bambino ha una tosse per una rinite, per un colpo d’aria, o se continua ad avere la tosse ma sta facendo o addirittura ha finito la cura antibiotica è contagiosa? Sembrerebbe una domanda un po’ particolare ma, essendo circondati da tanti tipi di tosse, anche perché la bimba ha sei anni e frequenta bimbi che spesso ne soffrono, volevamo cercare di saperne un po’ di più per fare chiarezza. Grazie mille.

Risposta

La domanda originale riportava la parola “Tosse” (quella altrui) con l’iniziale maiuscola, lasciando intendere che questa è considerata il grande nemico della bimba. Diciamo subito che “far vivere” una bambina con FC può richiedere anche di non attribuire pericolosità oltre misura all’ambiente che la circonda e nel quale si vuole che viva. Va ricordato che un bambino con FC possiede tutti i meccanismi immunitari che gli consentono di difendersi efficacemente contro i virus con cui ha frequenti occasioni di incontrarsi e che sono la causa più frequente del tossicchiare di altri bimbi, specie in alcune stagioni. È molto difficile evitare questi “incontri virali” anche nello stesso ambiente domestico. Il punto debole dei bimbi con FC sono semmai i batteri, che quasi sempre sono batteri, per lo più, almeno inizialmente, innocenti, che popolano abitualmente le cose di cui sono fatte la natura, le case, le strade, l’aria inquinata in certi momenti e quant’altro sta sotto il nostro cielo. C’è nella FC un difetto nel meccanismo di rimozione bronchiale dei batteri o delle spore fungine che tutti in varia misura inaliamo e che normalmente rimuoviamo (la cosiddetta clearance mucociliare). Anche il bambino con FC in qualche modo si difende da questi, anche se in genere meno degli altri bambini. Certamente, per questo, sono sagge alcune precauzioni, come evitare gli ambienti affollati, assicurare nell’ambiente domestico un adeguato ricambio d’aria, curare di questo la pulizia e l’igiene, evitare di frequentare amici quando sono malati di infezioni respiratorie, etc. Quello che ci preme sottolineare è che quando queste giuste precauzioni, gestite con buon senso flessibilità diventano ossessioni questo diventa il vero pericolo per il bambino. Si finirebbe con il non mandarlo a scuola, al campo giochi, alla scuola di danza, etc., e quindi vanificando il progetto di vita per lui. Non è la strategia della “campana di vetro” quella vincente ma è quella di combinare ragionevolmente le cure che la malattia richiede, la buona nutrizione, la fisioterapia e quant’altro con l’educazione a esercitare e godere del movimento, dell’aria aperta, del gioco, della compagnia di altri bambini. È possibile, poco alla volta, acquisire una tale attitudine, che conferisce al bambino sicurezza e attitudine all’autonomia, pur con i problemi si salute che potrebbe dover affrontare. E comunque lo aiuta a sviluppare le difese contro le possibili insidie dell’ambiente.

G. M.


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