Gentilissima Fondazione, sono genitore di una bimba di 11 anni affetta da FC. Volevo sottoporre la seguente domanda: mia figlia, ogni qualvolta viene sottoposta un ciclo antibiotico endovenoso oppure ad una terapia antibiotica orale per circa 15 giorni, dopo circa 7/8 giorni dal termine delle terapie, riprende ad avere sintomi di stanchezza, scarso appetito, tosse persistente (sovente di notte), e quindi torniamo a preoccuparci per un eventuale ricovero. Mi domando come può accadere tutto nonostante siano state messe in atto tutte le terapie necessarie. A me sembra di vivere un incubo. Grazie e distinti saluti.
La situazione descritta nella domanda propone il quadro di una infezione respiratoria cronica (non ci viene detto quale batterio sia in causa) che ha frequenti esacerbazioni. Vi sono in realtà periodi in cui le esacerbazioni possono essere ravvicinate, nonostante il corretto trattamento antibiotico fatto. Il ciclo antibiotico è riuscito a controllare i batteri che hanno causato l’esacerbazione ma non riesce a prevenirne una successiva. Questo capita particolarmente nei periodi in cui sono frequenti le infezioni da virus respiratori, e tra questi anche quelli influenzali. Le infezioni virali (anche quelle banali) determinano una facilitazione alla riattivazione della virulenza e della capacità riproduttiva dei batteri patogeni che abitano abitualmente nelle vie respiratorie di un soggetto con FC (più comunemente Psedomonas aeruginosa, ma anche altri): l’azione combinata di virus e batteri ravvivati determina la ricaduta dell’esacerbazione. Non bisogna scoraggiarsi e concordare con il centro di cura, se del caso, nuovo ciclo antibiotico, assicurandosi possibilmente che alla fine del trattamento la funzionalità respiratoria (FEV1) sia tornata ai livelli di partenza: questo è importante, perché talora il mancato recupero della funzione respiratoria può indicare che l’infezione non è stata completamente controllata e potrebbe richiedere un supplemento di trattamento. Questa può essere infatti un’altra causa delle esacerbazioni ravvicinate (non completa risoluzione), che potrebbe anche richiedere una protezione antibiotica continuativa, almeno per un certo periodo.