A mia sorella di anni 50 è stata diagnosticata nello scorso mese di marzo,a seguito di accertamenti eseguiti con ricovero ospedaliero(TAC ad alta definizione,broncoscopia,tampone espettorato ed altro)la bronchiettasia.Dal 15/4 ha affiancato alla cura antibiotica(ciproxin)la terapia respiratoria bisettimanale che le procura sollievo perchè espelle molto materiale.Appena però smette il ciclo (in genere di 10 gg.)degli antibiotici ecco ricomparire la febbre ed aumentare la quantità di catarro.Recentemente il suo medico curante ha aggiunto al ciproxin anche il Flagil ma i risultati non sono soddisfacenti.Debbo aggiungere che dalle analisi dell’espettorato risulta la presenza di Candida,per la quale assume un antimicotico. Mia sorella nel 1994 ha subito un trattamento di radioterapia per curare un carcinoma al rino-faringe. Da quell’epoca ha avuto spesso episodi di febbricola e catarro che inizialmente era limitato alle alte vie respiratorie, situazione che si è via via aggravata fino allo stato attuale. Chiedo se questi fatti pregressi che hanno abbassato notevolmente le difese immunitarie, coevamente alla presenza di scoliosi e dorso curvo, possono avere provocato la attuale malattia e soprattutto chiedo cosa si può fare per eradicarla completamente.Grazie e cordiali saluti.
Si veda per una definizione di bronchiectasia la risposta alla domanda del 10.11.05 : Bronchiettasia e Pseudomonas aeruginosa. Qui ricordiamo che all’infuori di rare forme congenite, le bronchiectasie sono uno sfiancamento delle pareti di uno o più bronchi legato in genere al ripeteresi o al cronicizzarsi di infezioni batteriche all’interno di alcuni bronchi. Queste infezioni danneggiano la parete bronchiale che perde di elasticità e contrattilità, si fa flaccida e diventa serbatoio di muco, pus e batteri, che possono essere difficili da eradicare. Nel caso specifico della domanda è assai probabile che le bronchiettasie rappresentino l’esito di infezioni bronchiali ripetute in un soggetto che certamente ha visto compromesse le proprie difese immunitarie a seguito di precedenti seri problemi clinici. Ci permettiamo tuttavia suggerire che in caso di bronchiettasie, qualunque sia la condizione clinica cui si associano e qualunque sia l’età in cui cominciano a dar segni di sé, conviene sempre pensare che possa essere in causa anche una fibrosi cistica e procedere quindi ad un test del sudore, oppure una forma di “discinesia ciliare primaria”, per la quale pure vi sono specifici accertamenti.
Eradicare le bronchiettasie non è cosa facile. Se sono bronchiettasie giovani. recenti, di solito a conformazione clindrica e piuttosto localizzate, la terapia medica ha qualche chance di farle regredire. Questa terapia si basa su un aggressivo trattamento antibiotico mirato sulla base di ripetute colture batteriche dell’escreato. Oggi vi sono vari schemi antibatterici, certamente deve essere un trattamento protratto o a cicli ripetuti. La fisioterapia è fondamentale: bisogna svuotare le bronchiettasie dai secreti stagnanti. Bronchiettasie localizzate ad un solo segmento o a un solo lobo polmonare, specie se si tratta di bronchiectasie a sacco (“sacculari”), di difficile trattamento, possono anche far mettere in bilancio un intervento chirurgico di asportazione del segmento o del lobo polmonare interessato.