Buongiorno, mio figlio ha 9 anni ed è un bambino celiaco. Circa 6 mesi fa gli è stata diagnosticata un’insufficienza pancreatica esocrina al momento ancora senza spiegazione (sono ancora in corso gli accertamenti). Al primo controllo post ricovero a circa un mese di distanza, è stato effettuato l’esame dell’elastasi fecale con valore minore di 50. Tutti i controlli successivi sull’elastasi hanno sempre confermato questo valore. Di qui la diagnosi di pancreatite cronica. Domani avremo i risultati delle indagini genetiche e siamo in attesa da 5 mesi per fare la colangioRisonanzaMagnetica ma ancora non ci chiamano. Da allora prende Creon 10000, ma a oggi non ha preso un grammo di peso. Ha molta fame ma io cerco di contenerlo perché non ho ben chiaro quali sono le modalità di assunzione degli enzimi. Pesa 31 kg e prende 2 cp a colazione, 1 o 2 a merenda la mattina, 4 a pranzo, 1 o 2 a merenda nel pomeriggio e 4 a cena indipendentemente da quello che mangia. Tra le due merende e i pasti principali spesso mi chiede altri spuntini ma io non glieli dò perché non so se può assumere altri enzimi. Purtroppo la struttura che lo segue non è stata molto chiara in questo senso nonostante la mia insistenza nel richiedere spiegazioni. Inoltre sarebbe opportuno supportarlo con l’aggiunta di vitamine? Di che tipo? Grazie mille.
In questa domanda viene riferita la storia di un bambino che ha avuto diagnosi di celiachia a un’età imprecisata e che mostrava condizioni di benessere fino a circa sei mesi fa, quando ha presentato un episodio di pancreatite acuta con necessità di immediato ricovero in ospedale. Vengono riferiti alcuni accertamenti sulla funzione pancreatica, in particolare la ricerca nelle feci dell’enzima elastasi, che si è rivelato basso e si è mantenuto basso anche nei controlli successivi. Secondo la mamma la diagnosi formulata dai curanti è di pancreatite cronica. Nel tentativo di definire la causa della pancreatite sono in programma altri accertamenti (indagini genetiche, colangioRM).
Da quanto riferito è possibile ipotizzare che la pancreatite abbia determinato uno stato di insufficienza pancreatica esocrina per cui sono stati prescritti enzimi pancreatici. Con i dati a disposizione possiamo solo rassicurare la mamma sulla necessità dell’uso di questi enzimi pancreatici che vanno somministrati in maniera corretta e in posologia adeguata. C’è un modo semplice per osservare se il dosaggio è corretto ed è controllare l’aspetto delle feci, che non devono essere né steatorroiche (cioè lucide e untuose perché contengono grassi) né maleodoranti.
Gli enzimi pancreatici sono essenziali per la digestione di grassi, proteine e amidi e quindi l’assorbimento di cibo introdotto. Se le sostanze non vengono digerite, non possono essere assorbite e si può andare incontro a un quadro di maldigestione-malassorbimento. Mantenere un corretto stato nutrizionale è essenziale e in questi casi un bambino che ha molta fame va soddisfatto con un elevato apporto alimentare: gli enzimi pancreatici non hanno effetti collaterali sfavorevoli mentre la malnutrizione può condizionare la crescita in peso e altezza, con una serie di conseguenze legate alla carenza di vitamine essenziali. Quindi è importante garantire l’introito calorico necessario per età associato al quantitativo di enzimi pancreatici. Per un approfondimento sul dosaggio degli enzimi pancreatici si può leggere questo commento presente sul nostro sito.
Per quanto riguarda le vitamine, in condizioni normali e in presenza di un’adeguata alimentazione non vi è necessità di assumerne in più rispetto a quelle fornite dai cibi che mangiamo. Però alcune vitamine sono assorbite dall’intestino solo se mescolate ai grassi (o lipidi): sono le vitamine dette liposolubili e precisamente la vitamina A, D, E, K. Quindi supponendo che gli enzimi pancreatici possano correggere bene, ma non perfettamente, la maldigestione da insufficienza pancreatica di questo bambino e la conseguente perdita di grassi (qualunque ne sia la causa), andrebbe controllato il livello delle vitamine nel sangue e in base ai risultati somministrato un apporto supplementare quotidiano. Sul nostro sito sono presenti numerose risposte su questo problema.
Per quanto riguarda invece l’eziologia del quadro clinico presentato, i fattori scatenanti possono essere molteplici e il percorso diagnostico si dovrà basare sulle indagini genetiche e gli esami di imaging che viene riferito essere già in atto. Con i risultati in mano sarà importante chiedere al centro specializzato sulle patologie del pancreas se sia possibile una diagnosi conclusiva sulle cause della pancreatite e porre tutti i dubbi del caso. I medici dello stesso centro, che hanno a disposizione il quadro clinico ed eziologico, potranno suggerire il da farsi e impostare e monitorare la cura.