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7 Novembre 2022

È plausibile pensare a una cura per tutti?

Autore: Ginevra
Argomenti: Modulatori CFTR, Ricerca
Domanda

Salve, sono una ragazza affetta da fibrosi cistica di 31 anni. Sono sempre stata più o meno bene (pochissimi ricoveri, FEV1 intorno al 75%, sufficienza pancreatica fino a qualche mese fa). Ho due mutazioni al momento non compatibili con potenziatori o correttori. Ci sentiamo dire continuamente che la ricerca va avanti, negli ultimi anni ha fatto ovviamente passi da gigante, ma quante possibilità ci sono, concretamente, che arrivi una cura per tutti? Le mutazioni sono più di 2000, alcune sono rarissime, alcune che agiscono con meccanismi complicati non sono neanche studiate.
È giusto sperare che nel giro di qualche anno ognuno di noi possa avere una cura? È giusto fare programmi per il futuro sperando di poter stare finalmente bene e poter fare una vita normale?

Risposta

Ci sembra opportuno fare una premessa. L’attesa di “una cura per tutti” si riferisce all’obiettivo di ottenere per tutte le persone con FC dei farmaci incisivi sul difetto di base, come lo sono alcuni cosiddetti potenziatori o correttori o la loro combinazione. Queste molecole agiscono sui meccanismi attraverso cui le diverse mutazioni del gene della fibrosi cistica (FC) riducono la quantità di proteina CFTR presente sulla membrana cellulare o la sua funzione di canale del cloro e del bicarbonato. La scarsa quantità o la scarsa funzione della proteina CFTR sono responsabili delle manifestazioni cliniche della malattia. Questi farmaci, detti anche modulatori della proteina CFTR, sono mutazione-specifici, agiscono cioè solo per una o alcune specifiche mutazioni. Allo stato attuale, se non consideriamo l’età, circa un terzo delle persone con FC non può usufruire di questi farmaci. Ciò non significa che queste persone sono “senza cura”: possono infatti usare una serie di farmaci, cosiddetti “sintomatici”, che hanno lo scopo di contrastare le manifestazioni cliniche della malattia. Questi farmaci servono a favorire la digestione del cibo, a migliorare lo stato nutrizionale, a combattere l’infezione e ridurre l’infiammazione dei polmoni. L’insieme di questi farmaci, unitamente a una gestione della malattia in Centri specialistici, a una diagnosi precoce (ottenuta con lo screening neonatale), al trapianto polmonare per la malattia polmonare avanzata, si è dimostrato incisivo sulla malattia e, ben prima dell’avvento dei modulatori della proteina CFTR, ha migliorato la prognosi e la qualità di vita di tutte le persone con FC. Pensiamo, per esempio, all’importanza della terapia antibiotica per combattere l’infezione nei polmoni: questa terapia è usata anche da coloro che stanno assumendo un farmaco modulatore efficace della proteina CFTR, poiché i germi tipici della malattia non sono scomparsi del tutto dai loro polmoni. Anche con l’uso dei modulatori della proteina CFTR, la terapia sintomatica deve essere mantenuta, in particolare quella antibiotica. Anche la persona che ci scrive sta beneficiando di cure “sintomatiche”.

L’impatto dei modulatori della proteina CFTR, specie di alcuni, è stato molto positivo e ha ridotto ulteriormente i sintomi e le manifestazioni della FC. L’attesa è che la qualità di vita e la sopravvivenza migliorino ulteriormente nei prossimi anni. È possibile che i potenziatori e i modulatori disponibili possano essere responsabili di effetti collaterali disturbanti o che non siano abbastanza efficaci o che perdano la loro efficacia nel tempo: per queste ragioni la ricerca deve identificare potenziatori e correttori sempre più efficaci e sempre più sicuri.

Lo scopo della ricerca è quello di offrire a tutte le persone con FC farmaci incisivi sul difetto di base. Come sempre è avvenuto per la fibrosi cistica, la ricerca sta seguendo piste diverse: identificare farmaci sintomatici sempre più incisivi, identificare modulatori della proteina CFTR più efficaci e sicuri, migliorare il trasporto di acqua e di muco sulla superficie cellulare agendo anche su altri canali, alternativi alla proteina CFTR, e infine correggere direttamente il difetto del DNA o dell’RNA. Questo ampio panorama e un grande investimento nella ricerca ci autorizza a essere ottimisti, cioè a credere che si potrà disporre di farmaci incisivi sul difetto di base per tutte le persone con FC. Questo obiettivo è raggiungibile, anche se non possiamo prevedere tutti gli ostacoli ancora da affrontare, né quanto tempo ci vorrà.

Dott. Cesare Braggion, Direzione scientifica FFC Ricerca


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