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1 Luglio 2024

Cosa sappiamo del fungo ambientale Exophiala in fibrosi cistica

Autore: Giampietro
Argomenti: Ambiente, Funghi
Domanda

Salve. In questo periodo sto avendo notevoli problemi respiratori a causa di un fungo, l’Exophiala. Vorrei gentilmente sapere cosa si sa di questo fungo, la sua aggressività, i luoghi in cui si trova più facilmente e le possibili precauzioni per evitarlo. Grazie per la risposta.

Risposta

Exophiala è il nome di un genere fungino che comprende molte specie ambientali, spesso presenti nel suolo, nelle piante, nell’acqua e nel legno in decomposizione. Queste specie sono anche dette “lieviti neri”, perché producono melanina, il pigmento presente anche nella nostra pelle e che, in Exophiala, fa apparire le cellule marroni. Nel fungo, la melanina  probabilmente contribuisce alla resistenza a diversi fattori come l’essiccamento, i raggi ultravioletti e le radiazioni ionizzanti.

Nonostante sia un microrganismo tipicamente ambientale, Exophiala raramente può causare infezioni nell’uomo, dette feoifomicosi, cioè micosi caratterizzate dalla presenza nei tessuti di elementi filamentosi detti “ife” (qui e qui per un approfondimento scientifico). Tali infezioni possono interessare vari organi e apparati, ma per di più riguardano la cute o il tessuto sottocutaneo, in cui il fungo può penetrare in seguito a lesioni traumatiche.

Negli ultimi anni si è assistito a un incremento dell’isolamento di Exophiala, soprattutto della specie Exophiala dermatitidis, da campioni clinici umani, forse a causa dell’affinamento delle tecniche di analisi microbiologiche. Tale incremento riguarda anche campioni respiratori di soggetti con fibrosi cistica, pazienti che sembrano avere una risposta immune ai funghi meno efficace di altri. La prevalenza di E. dermatitidis nella fibrosi cistica varia tra l’1 e il 19%, potendo essere influenzata dai metodi di laboratorio usati per il rilevamento (come si legge qui). È importante tuttavia sottolineare che la presenza di questo fungo (transitoria, intermittente o cronica) nei campioni respiratori non necessariamente indica che esso sia causa di una infezione polmonare, potendo riflettere solo la “colonizzazione” delle vie aeree da parte di un microorganismo “spettatore”, non patogeno. In effetti, in letteratura sono riportati pochissimi casi di malattia polmonare causata da Exophiala, mentre un ampio studio (questo) su più di mille persone con fibrosi cistica ha dimostrato che l’isolamento di E. dermatitidis non si associa a differenze significative nella funzionalità respiratoria e nell’indice di massa corporea rispetto ai pazienti non colonizzati. Altri autori suggeriscono che la presenza di tale fungo nelle vie respiratorie potrebbe essere la “spia” e non la causa di una alterata funzionalità respiratoria o pancreatica oppure di infezioni da altri funghi o da micobatteri non tubercolari.

Concludendo, in generale, l’isolamento, anche ripetuto, di Exophiala non sembra generalmente associato a esiti clinici avversi nella fibrosi cistica in quanto questo fungo nella maggioranza dei casi può essere uno “spettatore” piuttosto che un significativo patogeno respiratorio.

Nel caso di chi ci scrive, visti i problemi respiratori che riferisce, solo una valutazione specialistica del quadro clinico generale, che tenga conto di molteplici fattori, clinici e strumentali, potrà confermare o escludere il ruolo patogeno di Exophiala per decidere, eventualmente, se impostare o no una terapia antimicotica adeguata.

Antonella Mencacci, microbiologa clinica, Università di Perugia - Gian Maria Rossolini, microbiologia clinica, Università di Firenze


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