Buongiorno, sono il papà di una bimba di 2 mesi e mezzo affetta da FC, con delta F508 in omozigosi. Dicono che è la mutazione più comune e al momento quella dove vengono fatti più esperimenti. Girando un po’ su internet ho letto sul sito ansa.it che nel 2020 dovrebbero fare una sperimentazione di un nuovo farmaco sull’uomo che colpisce alla radice la patologia. Adesso io vi chiedo: è reale tutto questo? Ci sono possibilità che chi ha la FC, grazie a questo farmaco che colpisce alla radice, non dovrà fare più nulla (aerosol, creon ecc.)? Si risolverà tutto? Sarà solo un brutto ricordo? Ovvio che stiamo parlando sempre se la sperimentazione va a buon fine e senza controindicazioni ma almeno quello che chiedo io è se ci sarà una speranza di una cura definitiva? Grazie mille in anticipo e speriamo bene
I mezzi di comunicazione tendono a creare notizie che richiamino l’attenzione: dire che è in arrivo un farmaco che risolve la malattia alla radice è una bella immagine che cattura speranza e consenso, una sintesi felice, ma di fatto un messaggio che non entra nei dettagli. Qui diamo la versione scientifica di questa notizia.
Sicuramente i nuovi farmaci chiamati modulatori di proteina CFTR mutata si possono definire farmaci di radice perché intervengono alla radice del problema della malattia, la proteina alterata prodotta dal gene mutato. Nessun farmaco, nessuna cura, prima d’ora, aveva questo bersaglio. Infatti, le altre cure trattano i sintomi della malattia e perciò sono dette cure sintomatiche. Sono, per esempio, gli antibiotici per le infezioni polmonari, i mucolitici e gli antinfiammatori per le alterazioni del muco bronchiale. Parte di queste cure sintomatiche ha anche scopo preventivo rispetto la comparsa dei sintomi stessi, si veda la fisioterapia e l’aerosolterapia respiratoria, consigliate anche in età precoce.
Non ci sarà un solo farmaco di radice per tutti i malati FC. Ci saranno associazioni di farmaci modulatori di CFTR perché le molecole scoperte sono più di una e agiscono a seconda del meccanismo d’azione delle mutazioni presenti nel malato; meccanismo che è complesso e sensibile a più di un farmaco. L’associazione dei farmaci sarà decisa sulla scorta dei risultati dei trial clinici già condotti o in corso in soggetti FC con un certo tipo di mutazioni. In alcune situazioni particolari l’associazione potrà essere entro certi limiti prevedibile anche in base alla risposta, valutata in laboratorio, su organoidi del malato stesso.
Veniamo alla parte più importante della risposta: come cambierà la malattia con l’introduzione di questi nuovi farmaci modulatori di CFTR? Sarà “un’altra malattia“, anche se non scomparirà, specialmente se si potrà intervenire molto precocemente. In questo senso potrà finire un incubo, perché sarà una malattia che non farà più paura per quanto riguarda l’aspettativa di vita, dal momento che potrà diventare progressivamente più simile a quella della popolazione generale, e non inciderà più così pesantemente sulla qualità della vita, dato che diminuirà nettamente il carico delle cure tradizionali insieme ai controlli e ai ricoveri. Saranno però ancora necessarie terapie mirate a contenere i sintomi, per le quali è opportuno cercare nuove soluzioni: antibiotici di nuova concezione e antinfiammatori in particolare. Ma non è realistico attendere la scomparsa dei sintomi, ovvero il poter dire “mia figlia aveva la fibrosi cistica e adesso è guarita”. Forse può essere una speranza da riservare per i risultati a lungo termine della ricerca scientifica, in particolare per l’area delle ricerche che mirano a correggere il gene difettoso già nelle primissime fasi della vita: le tecniche di gene editing (1). Funzionando come quello sano, il gene corretto potrebbe produrre una proteina CFTR in quantità e qualità normali, cosa che non è raggiunta a pieno ora con l’uso dei modulatori. Il futuro della ricerca FC è ancora ricco di prospettive: i risultati finora raggiunti ci sembrano comunque enormi.
1) La ricerca su DNA (gene) editing e RNAm editing corre veloce. Progresso di ricerca del 24/01/2019