Salve, in Italia sono stati registrati casi di infezione da parte del superbatterio (ceppo di P. aeruginosa) chiamato Liverpool Epidemic Strain (LES)? Per virulenza e per refrattarietà alle terapie, può essere paragonato a B. cepacia? Presso il Vostro centro viene comunemente ricercato nei campioni biologici di pazienti multiresistenti? Ne approfitto per porgervi sinceri auguri di buona Pasqua e per esprimervi tutta la mia gratitudine per quello che fate.
Nella progressione della malattia FC Pseudomonas aeruginosa sviluppa meccanismi diversi di resistenza agli antibiotici e alle difese immunitarie dell’ospite. Alcuni ceppi possono acquisire particolare virulenza e trasmissibilità.
Il primo ceppo epidemico di Pseudomonas aeruginosa in pazienti affetti da fibrosi cistica fu identificato nel Regno Unito, a Liverpool, nel 1996 (Liverpool Epidemic Strain: LES). Questo ceppo è oggi presente in diversi centri FC del Regno Unito. Negli anni, segnalazioni della presenza di LES e altre tipologie di ceppi epidemici si sono avute anche in Australia e Canada.
In Italia, uno studio epidemiologico multicentrico su Pseudomonas aeruginosa è stato condotto, con il sostegno della Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica, negli anni 2005-2007. Questo studio non ha evidenziato la presenza di ceppi epidemici. Non sono note al momento segnalazioni di questo tipo nel nostro paese.
I ceppi epidemici di Pseudomonas aeruginosa oltre ad essere facilmente trasmissibili da paziente a paziente, sembrano essere maggiormente patogeni (cioè si associano ad un più rapido declino della funzione polmonare, ad un maggior numero di esacerbazioni e ad una maggiore necessità di trattamenti antibiotici) e tendono a presentare più resistenze agli antibiotici. Per quanto riguarda il ceppo LES, sono noti anche casi di trasmissione a familiari sani di soggetti affetti da fibrosi cistica.
Sono stati descritti ceppi epidemici anche relativamente a Burkholderia cepacia ma, questo germe, per le sue caratteristiche intrinseche, profilo di sensibilità agli antibiotici, capacità diffusive e invasive con quadri di polmonite necrotizzante e sepsi, non appare in generale paragonabile a Pseudomonas aeruginosa.
Le segnalazioni iniziali di ceppi epidemici di P.aeruginosa hanno portato da un lato ad un intensificarsi degli studi sulle loro caratteristiche e sui metodi più idonei ad identificarli, dall’altro hanno confermato la necessità di misure di prevenzione e controllo delle infezioni nei centri FC e di sorveglianza epidemiologica.
La segregazione stretta dei pazienti con determinati germi patogeni per evitarne la trasmissione è ormai applicata e riconosciuta come regola fondamentale in ambito FC. Per identificare i ceppi epidemici sono necessari studi molecolari di tipizzazione batterica con tecniche diverse. Queste costituiscono un ulteriore approfondimento rispetto alle tecniche che permettono l’abituale identificazione batterica in coltura e la determinazione della sensibilità agli antibiotici. La caratterizzazione genotipica dei ceppi di P.aeruginosa non viene eseguita di routine ma è applicabile in casi selezionati, in cui vi sia reale sospetto clinico di un’epidemia in corso; sono disponibili, nelle ceppoteche dei laboratori più qualificati, ceppi di riferimento tali da permettere una rapida identificazione dei ceppi epidemici nei casi sospetti.
Bibliografia
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