Buongiorno, siamo Fabio ed Eugenio, due genitori di ragazzi di 14 anni con Fibrosi Cistica. La nostra domanda è inerente a possibili problemi posti da centrali biomassa. Vi scriviamo perchè vorremmo sapere che impatto possono avere le polveri ultrafini al di sotto del PM10 sull’evoluzione della malattia. Abitiamo in due diversi comuni confinanti: una centrale biomassa costruita nell’area dista dalle nostre abitazioni dai 500 ai 900 mt in linea d’aria. La centrale è stata costruita all’insaputa dei cittadini dei comuni confinanti, tanto che si sono mobilitati gruppi spontanei di cittadini che vogliono vederci più chiaro oltre agli assessori all’ambiente degli stessi comuni confinanti. Questa cosa ci ha preoccupato perchè se la gente sana si preoccupa noi come ci dobbiamo porre? La centrale brucia 48 tonnellate al giorno di cippato di legna per produrre corrente elettrica da vendere in rete e non per teleriscaldamento. La società proprietaria dell’impianto “LARIO GREEN ENERGY” si difende dicendo che, secondo i parametri testati, non inquina. Però da ricerche fatte su internet e da consultazioni con pneumologi e medici competenti le cose sembra siano diverse. Chiediamo un Vostro parere sulla questione esposta. Salutiamo cordialmente.
Qui viene posta una domanda su un problema molto importante per la salute soprattutto a livello respiratorio. Nel caso specifico della domanda il problema si porrebbe a causa di una centrale termoelettrica funzionante a biomassa (“cippato” di legna) costruita in prossimità delle abitazioni di due giovani con fibrosi cistica. In causa sarebbero (si deduce dalla domanda) le polveri sottili (fini ed ultrafini) liberate dalla combustione della legna.
A proposito delle polveri inquinanti gli ambienti in cui viviamo, andrebbe ricordato che il loro potere di recar danno all’albero respiratorio dipende dalla concentrazione delle particelle nocive a diametro più piccolo (Polveri sottili: o poveri fini e ultrafini). Le particelle a diametro più grande (in genere sopra 10 micron, o millesimi di millimetro) comportano in genere meno impatto respiratorio (perché spontaneamente precipitano rapidamente nell’ambiente e, se respirate, non vanno in genere oltre la cavità orale o vengono bloccate nelle coane nasali). Per definire quindi l’inquinamento di un ambiente da parte di polveri sottili si misura la concentrazione di polveri al di sotto dei 10 micron (si parla di “particolato PM10”) e soprattutto di quelle sotto i 2,5 micron (“particolato PM2,5”). Le particelle di dimensioni sotto i 2,5 micron hanno alta probabilità di raggiungere gli alveoli polmonari e sarebbero quindi le più dannose per l’apparato respiratorio, mentre quelle tra i 2,5 e i 10 micron tendono a depositarsi a livelli diversi delle vie aeree. Secondo diposizioni della comunità europea recepite dalla legislazione italiana, i limiti di concentrazione accettabili per le particelle PM10 nell’aria (riguardanti soprattutto le particelle di biossido di zolfo, biossido di azoto, le particelle di piombo, di benzene e monossido di carbonio), sono così stabiliti:
Valore massimo per la media annuale | 40 µg/m³ |
Valore massimo giornaliero (24-ore)
Numero massimo di superamenti consentiti in un anno. |
50 µg/m³
35 |
Per quanto concerne la fibrosi cistica, vi sono alcuni studi condotti su base epidemiologica, con criteri peraltro un po’ approssimativi (1,2), che confermerebbero un significativo incremento del rischio di esacerbazione respiratoria in concomitanza dei periodi di maggior polluzione, cioè di inquinamento da polveri sottili. Nello studio più vecchio, del 2004 (1), l’esposizione annuale alle polveri fini ed ultrafini era associata anche con una tendenza al declino della funzione respiratoria. Sul piano biologico tale effetto sarebbe legato ad uno stress ossidativo mitocondriale dell’epitelio respiratorio (3)
Per la situazione descritta nella domanda bisognerebbe poter ragionare sulla base di dati precisi e non di semplici rassicurazioni, come quelle citate nella domanda stessa. Ovviamente la questione va posta con l’aiuto di esperti.
1. Goss CH, et al. Effettc of ambient air pollution on pulmonary exacerbations and lung function in cystic fibrosis. Am J Resp Crit Care Med. 2004;169:816-21.
2. Goeminne P, et al. Impact of air pollution on cystic fibrosis pulmonary exacerbations: a case-crossover analysis. Chest. 2012 Oct15. doi:101378/chest.12.1005
3. Kamdar O, et al. Air pollution induces ehnanced mitochondrial oxidative stress in cystic fibrosis airway epithelium. FEBS Letter. 2008 Oct 29:582:3601-06