Gentili dottori, vorrei sapere se tenere delle piante in casa può essere fonte di contagio, visto che nella terra è presente il pericoloso batterio Burkholderia cepacia. Grazie!
Questa e’ attualmente una domanda che si pongono gli scienziati e non c’e’ ancora completa chiarezza. Sicuramente il suolo e le piante sono serbatoi naturali per i ceppi Burkhoderia appartenenti a Burkholderia cepacia complex (BCC). Bisogna però anche dire che la trasmissione dall’ ambiente domestico al paziente sembra avere un ruolo molto minore rispetto al problema rappresentato dalla contaminazione dell’ambiente ospedaliero, in particolare da paziente-paziente di ceppi di BCC virulenti.
Solo nelle Linee Guida della Associazione Francese FC “Vaincre la Mucoviscidose” si affronta questo problema suggerendo che la cura e la manutenzione di fiori e piante sia effettuato, nei locali ospedalieri, da personale non addetto alla cura dei pazienti. Ampliando questo concetto al “verde” di casa, ci sentiamo di suggerire che in ambienti domestici o di lavoro la manutenzione delle piante non sia affidata alla persona da proteggere, ma ad altri membri della famiglia e che questi utilizzino guanti monouso e abbiano cura di disinfettare periodicamente e con cura le superfici occupate dalle piante (coprivasi e altro) o utilizzate per i rinvasi e le cure periodiche (annaffiatura, sfoltimento etc). Le stesse linee guida suggeriscono invece di evitare la presenza di fiori freschi, secchi o piante nelle stanze riservate o utilizzate da pazienti seriamente immunocompromessi.
Nota redazionale. Vittorio Venturi è autore con il suo gruppo di una recente messa a punto delle conoscenze sul problema della Burkholderia ambientale associata alle piante.
Suàrez-Moreno ZR, et al. Common features of environmental and potentially beneficial plat-associated Burkholderia. Microb Ecol. 2012;63:249-66