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2 Aprile 2009

Ancora una rara combinazione di mutazioni CFTR: G542X e 1465ins4bp

Autore: Stefania
Domanda

Con la combinazione di mutazioni G542X e 1465ins4bp, la malattia si manifesterà in forma lieve o pesante? o atipica?

Risposta

Per quanto riguarda la mutazione G542X, che è una mutazione “stop”, di classe 1, si trovano molte informazioni in precedenti risposte del sito, sia per quanto riguarda il meccanismo d’azione che per una possibilità di terapia farmacologia (il PTC124, in fase di iniziale sperimentazione clinica).

Per quanto riguarda la mutazione 1465ins4bp, abbiamo consultato varie fonti e contattato direttamente più di un esperto, ma non ne abbiamo ricavato alcuna notizia. Dall’esame formale della sigla con cui è caratterizzata, possiamo dire che con tutta probabilità è una mutazione “frameshift”. Inserendo la parola “frameshift” nel motore di ricerca del sito si trovano parecchie risposte al riguardo. Le mutazioni frameshift in genere appartengono alla classe I. Il gene CFTR normale è fatto di 6129 paia di basi: questa mutazione avverrebbe in quanto nella posizione 1465 della sequenza delle basi ci sarebbe l’inserimento (ins) anormale di 4 paia di basi (bp). Questo con tutta probabilità determina lo sfasamento (shift) della cornice (frame) di lettura del codice genetico, con il risultato di impedire la sintesi di una proteina normale. Si veda in proposito anche la domanda del 31.03.09: Mutazioni CFTR “frameshift”: 713delGA e 2184insA

Quando il test genetico identifica una mutazione rara, è importante sapere con quale indagine è stata trovata, qual’ è l’affidabilità e l’esperienza del laboratorio che l’ha trovata, e se i laboratoristi e/o i genetisti stessi che l’hanno trovata si sono consultati con altri e/o hanno fatto ricerche particolari.

Ricordare inoltre che le indagini cliniche sono di fondamentale importanza per arrivare a una diagnosi, tanto più quando si è di fronte a mutazioni rare, e che comunque, quanto più la mutazione è rara, tanto più è impossibile fare previsioni circa i sintomi e il decorso della malattia.

G. Borgo


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