Buongiorno. Essendo portatrice sana di fibrosi cistica, volevo sapere se un portatore può risentire comunque di qualche effetto da questa condizione. Cordialmente.
La presenza nel corredo genetico di una persona di due mutazioni del gene CFTR comporta la malattia fibrosi cistica, la presenza di una sola mutazione comporta essere “portatore sano” del gene CFTR. Il portatore non ha alcun sintomo tipico della malattia FC (nè respiratorio né intestinale), neppure in forma “minore” né ha la “tendenza” a manifestarlo con il passare del tempo. Inoltre, il portatore non presenta segni del suo stato né attraverso comuni indagini “bioumorali” (=del sangue) né attraverso il test del sudore (che è il test comunemente usato per fare diagnosi di malattia FC).
L’unico modo per diagnosticare lo stato di portatore è il test genetico che identifica la presenza della mutazione genetica. Ma questa mutazione non produce nessun “effetto” oggi misurabile, perché il portatore possiede, oltre ad una copia del gene CFTR mutato, una copia del gene CFTR normale. E’ questo gene normale che produce una quantità di proteina CFTR sufficiente per il buon funzionamento di pancreas e polmoni e di altri organi che abitualmente sono interessati da sintomi nel malato FC.
Invece, il portatore deve tener conto del suo stato quando progetta di avere figli: se il partner è anch’egli un portatore c’è il 25% di rischio che questi siano affetti da FC. Per questo è bene che il partner esegua il test genetico per sapere se è portatore: se per caso lo fosse, è possibile ricorrere, in caso di gravidanza, alla diagnosi prenatale precoce.
C’è una precisazione da fare, priva di significato pratico, utile solo sul piano generale delle conoscenze. L’utilizzo sperimentale delle tecniche di indagine genetica ha permesso in anni molto recenti di individuare un fatto particolare: il significativo aumento dell’incidenza di mutazioni CFTR, rispetto a quanto atteso nella popolazione generale, in soggetti con particolari manifestazioni cliniche o addirittura solo biochimiche isolate (vale a dire solo a livello di “prelievi” di sangue). Queste manifestazioni in realtà sono parte del quadro clinico complessivo della malattia FC.
Tre in particolare sono le situazioni emblematiche: l’atresia congenita dei dotti deferenti (una forma di infertilità maschile), le pancreatiti croniche e acute ricorrenti, e le “ipertripsinemie” nei neonati con test del sudore negativo (la tripsina è l’enzima che viene dosato nel sangue dei neonati per effettuare lo screening della malattia FC). Seppure in maniera meno rilevante quanto a numerosità, risultati analoghi sono stati segnalati anche in soggetti con bronchiectasie, rinosinusiti, aspergillosi broncopolmonare allergica, tutte patologie spesso o occasionalmente presenti anche nel quadro generale della malattia FC.
Come si spiega tutto ciò? Non lo sappiamo ancora bene. Per quello che oggi si può ipotizzare, sembra molto improbabile che una sola mutazione del gene CFTR possa essere la responsabile di tali patologie: infatti in molte occasioni un’analisi genetica più approfondita permette di identificare la presenza di una seconda mutazione, prima sconosciuta, rara o rarissima (1,2). Se questa non è evidente, quello che oggi si suppone è che i sintomi siano da attribuire ad una “combinazione” di vari fattori genetici presenti in quell’individuo, fra i quali la mutazione del gene CFTR ha importanza, ma non è la sola determinante. E’ probabilmente l’insieme dei fattori che compongono un particolare “aplotipo” (=assetto) genetico a causare i sintomi: vale a dire che geni diversi dal CFTR possono entrare in causa in varia misura (geni modificatori). Nei prossimi anni potremo saperne di più.
1) Grangeia A et all “Molecular characterization of the cystic fibrosis transmembrane conductance regulator gene in congenital absence of the vas deferens” Genet Med 2007; Mar; 9(3):163-172
2) Lebo RV et all “Variable penetrance and expressivity of the splice altering 5T sequence in the cystic fibrosis gene” Genet Test 2007 Spring 11(1): 32-44