Sono la mamma di una ragazza di 18 anni con FC. Per ovvi problemi estetici ho visto che nel tempo viene consigliato l’innesto di un port venoso. Vorrei sapere se le dimensioni del port sono universali in ogni centro e se il posizionamento nel torace sia il posto anche da tutti utilizzato. Grazie.
La domanda si riferisce ad una modalità di accesso alle vene centrali che utilizza un minuscolo congegno denominato “Port-a-cath”. Vi si ricorre quando si debbano somministrare per lunghi periodi o con cicli frequenti alcuni farmaci (specie quelli irritanti per le vene periferiche) o anche per rinforzare la nutrizione per via venosa (nutrizione parenterale). In alcune persone con fibrosi cistica vi si ricorre in genere in situazioni di malattia avanzata, quando i cicli antibiotici sono molto frequenti e pesanti o quando vi sia uno stato grave di malnutrizione che richieda nutrizione parenterale o quando le vene periferiche sono poco accessibili o alterate dalle frequenti infusioni o in preparazione ad un trapianto d’organo. Il Port-a-cath è un sistema di accesso venoso “totalmente impiantabile”: si tratta di un catetere introdotto di solito in vena succlavia o giugulare fino alla vena cava superiore (la grossa vena che immette il sangue direttamente nell’atrio destro del cuore). Il catetere è munito alla sua estremità di un minuto dispositivo a forma circolare od ovale (ve ne sono di varie forme e dimensioni), che viene inserito in una tasca sottocutanea ed è costituito da una camera chiusa in alto da un tappo di silicone perforabile e circondata da un rivestimento di plastica o di titanio. La sede preferita di impianto è la parete toracica anteriore sul secondo spazio intercostale: il dispositivo emerge lievemente dalla cute come un piccolo “bottone”. Attraverso il tappo di silicone un ago permette iniezioni di farmaci, anche per fleboclisi, ed eventuali prelievi venosi. Le piccolissime dimensioni del dispositivo lo rendono esteticamente accettabile.
