Buongiorno, ho avuto tempo fa una trombosi dovuta al port che mi ha causato un coagulo di sangue; era qualche giorno che sentivo dolori fino a che non mi si è gonfiata la parte. Mi chiedevo: ma se fossi stato fuori dall’Italia come mi sarei dovuto comportare? Meglio un ricovero urgente in un paese straniero o affrontare un viaggio (aereo o nave ad esempio) per tornare prima possibile nel proprio centro di cura? Grazie
E’definito comunemente “port” (correttamente “Port-a-cath”) un sistema di accesso venoso impiantabile (un catetere che da una grossa vena centrale, succlavia o giugulare interna, viene portato fino alla giunzione tra vena cava e atrio cardiaco destro, con accesso fissato sotto la cute, in genere in sede sottoclavicolare destra, attraverso cui si provvede all’infusione), per infondere liquidi, farmaci e nutrienti. Questa modalità infusiva viene spesso impiegata nelle persone con fibrosi cistica con malattia in stadio avanzato che hanno frequente bisogno di trattamento antibiotico ed eventualmente nutrizionale per via venosa. In genere il sistema è ben tollerato, se l’impianto viene fatto correttamente e se viene accudito secondo criteri di igiene e manutenzione adeguati. Tuttavia alcune complicanze sono sempre possibili.
Da uno studio di A. Dal Molin e coll. (1) finanziato da FFC (progetto FFC#16/2008) in 80 pazienti italiani che avevano questo impianto si è registrato il 22,5% di incidenza di qualche tipo di complicanza, peraltro sempre risolta efficacemente. Le complicanze più comuni erano state: occlusione del lume del catetere, infezioni legate al catetere e in tre casi trombosi venosa (una specie di coagulo di sangue nella vena che ospita il catetere) dipendente dal catetere. Quest’ultima è una complicanza che merita particolare attenzione e che deve essere trattata tempestivamente. Pertanto chi avesse sintomi premonitori di questa complicanza, tipo quelli descritti nella domanda, è bene che ricorra immediatamente al centro di cura che ha gestito l’impianto ma, se si dovesse trovare molto lontano da tale centro, è raccomandabile il ricorso ad un altro ospedale. Oggi vi è notevole e diffusa esperienza nell’impiego di questi accessi venosi negli ospedali e la complicanza trombotica, come anche altre, può essere benissimo trattata tempestivamente da qualunque sanitario che abbia una tale esperienza.