Essere portatore sano di fibrosi cistica significa avere nel proprio corredo genetico un gene CFTR mutato. Per mutato si intende che la sequenza del DNA che compone il gene è diversa da quella normale. La presenza di una sola copia mutata del gene CFTR non causa sintomi di malattia, poiché il gene difettoso viene compensato dalla copia normale del gene CFTR. Per questo motivo, chi possiede un gene CFTR mutato è definito “portatore” o “portatore sano”, termini che hanno lo stesso significato. I portatori sani non manifestano la malattia ma possono trasmettere il gene mutato ai propri figli.
Un portatore sano di fibrosi cistica ha ereditato un gene CFTR mutato da uno dei suoi genitori. Questo comporta una probabilità del 50% di trasmettere il gene mutato ai propri figli. Quando un figlio eredita il gene mutato da un genitore portatore, sarà a sua volta portatore sano, senza manifestare sintomi. Allo stesso modo, c’è un 50% di probabilità che il gene mutato non venga trasmesso, e in questo caso il figlio non sarà nemmeno portatore.
Nella maggior parte dei casi, chi è portatore sano non ne è consapevole, poiché non presenta alcun disturbo di salute e non ha familiari conosciuti con la malattia o che sappiano di essere portatori. Tuttavia, se un portatore sano ha un partner anch’esso portatore, c’è una probabilità di 1 su 4 ad ogni gravidanza che il figlio nasca con fibrosi cistica. Questo rischio genetico è spesso ignorato, rendendo essenziale la consapevolezza e, se desiderato, l’accesso a test genetici.
In Italia si stima che circa una persona ogni 30 sia portatore sano del gene CFTR mutato, il che equivale a quasi 2 milioni di persone. Questo rende la fibrosi cistica una delle malattie genetiche gravi più frequenti tra le popolazioni di origine europea e nordamericana.
Al contrario, tra le persone originarie dell’Africa subsahariana e dell’Estremo Oriente, i portatori del gene mutato sono significativamente più rari, rendendo la malattia molto meno diffusa in queste popolazioni. Queste differenze riflettono variazioni genetiche tra gruppi etnici e aree geografiche.
I genitori di una persona con fibrosi cistica sono certamente portatori sani, spesso scoprendolo solo in seguito alla diagnosi del figlio.
Raramente, una persona può nascere con la fibrosi cistica quando un genitore è portatore e l’altro malato (rischio del 50%) o entrambi i genitori sono malati (rischio del 100%).
Chi non ha figli affetti da fibrosi cistica può verificare se è portatore sano attraverso il test genetico per la fibrosi cistica. Il test, solitamente effettuato tramite un prelievo di sangue, analizza il DNA per individuare le mutazioni del gene CFTR. È eseguito esclusivamente in laboratori specializzati e qualificati.
Il costo del test è coperto dal Servizio Sanitario Nazionale solo se si ha un familiare affetto da fibrosi cistica; altrimenti, è a carico della persona richiedente, salvo eccezioni in alcune regioni o presso Centri di riferimento. È fondamentale che il test sia accompagnato da un colloquio di consulenza genetica, che alcuni centri qualificati offrono nella stessa sede e con un unico appuntamento insieme al prelievo di sangue.
La consulenza genetica è un colloquio tra la coppia e un genetista, finalizzato a valutare eventuali problemi o rischi genetici che potrebbero influire sulla salute di un figlio. Il momento ideale per fissare l’incontro è il periodo preconcezionale, poiché il genetista, analizzando la storia familiare di entrambi i partner, può consigliare i test da effettuare prima della gravidanza, evitando indagini sul feto in un secondo momento.
Nel caso della fibrosi cistica, la consulenza genetica ha l’obiettivo di informare la coppia sul test genetico e sulle sue possibili risposte. È essenziale sottolineare che si può essere portatori del gene CFTR mutato anche senza precedenti casi di malattia tra parenti o ascendenti, motivo per cui il test è utile anche per chi non ha una storia familiare nota di fibrosi cistica.
Il test per il portatore è raccomandato a chi ha nella propria storia familiare persone affette da fibrosi cistica, poiché presenta una maggiore probabilità, rispetto alla popolazione generale, di essere portatore del gene CFTR mutato. In questi casi, è fondamentale conoscere la mutazione specifica della persona malata per interpretare correttamente i risultati del test.
Per una persona o una coppia della popolazione generale, il rischio di avere un bambino con fibrosi cistica è molto più basso, circa 1 su 3000 per ogni gravidanza, e non aumentato rispetto ai parenti dei malati. Tuttavia, se desiderano ridurre ulteriormente questa possibilità, possono scegliere di sottoporsi al test per il portatore FC per identificare eventuali mutazioni del gene CFTR.
Il test genetico per la fibrosi cistica, nella popolazione generale, è in grado di individuare la maggior parte dei portatori sani, ma non tutti. Questo perché i test standard identificano mediamente circa l’85% delle mutazioni CFTR presenti in Italia, con variazioni regionali e legate al laboratorio che esegue l’analisi. Di conseguenza, una piccola percentuale di soggetti può ricevere un risultato “non portatore”, pur essendo portatore sano (casi di “falso negativo”).
Per una maggiore precisione, sono disponibili analisi di secondo e terzo livello, che riducono ulteriormente il rischio di essere portatori. Tuttavia, questi approfondimenti non eliminano completamente il rischio e possono generare risultati inattesi o difficilmente interpretabili. Per questo motivo, è importante che la decisione di effettuare tali analisi sia accompagnata da una consulenza genetica, che fornisca una spiegazione dettagliata delle implicazioni.
In sintesi:
CAUSE E TRASMISSIONE
GENE CFTR
MANIFESTAZIONI ED EVOLUZIONE
DIAGNOSI
CURA