DIAGNOSI

Test del sudore e test genetico

La diagnosi di fibrosi cistica (o mucoviscidosi) si basa principalmente sul test del sudore, che misura la concentrazione di cloro nel sudore. Una concentrazione superiore a 60 milliequivalenti per litro è fortemente indicativa della malattia. Valori di cloro inferiori a 40 milliequivalenti (o 30 nei neonati) escludono generalmente la malattia, salvo rare eccezioni. I valori intermedi (borderline) non sono conclusivi, poiché possono riguardare sia soggetti sani sia malati, e richiedono un’analisi genetica per conferma. Quest’ultima, effettuata in centri specializzati, è un test altamente affidabile se condotto correttamente.

Il test del sudore è prescritto dal medico in presenza di sintomi sospetti, come tosse ricorrente, infezioni respiratorie frequenti, diarrea, scarso accrescimento o perdita di sali. Nei casi dubbi o con esito non conclusivo, il test genetico ricerca le mutazioni del gene CFTR, confermando la diagnosi. Questo test viene eseguito anche per identificare le mutazioni specifiche, informazioni essenziali per la prescrizione dei nuovi farmaci modulatori. Inoltre, conoscere le mutazioni permette di individuare eventuali portatori tra i familiari, tramite ulteriori analisi genetiche.

In Italia, la diagnosi di fibrosi cistica avviene sempre più spesso tramite screening neonatale, piuttosto che sulla base dei sintomi. Di seguito sono descritte le procedure di screening attualmente in uso.

Screening neonatale_FFC

Screening neonatale

Si esegue oggi in tutte le regioni italiane, è obbligatorio e gratuito per tutti i nuovi nati in base alle disposizioni delle leggi 105/1992 e 548/1993. Nelle prime 48-72 ore di vita, i neonati vengono sottoposti a un test eseguito attraverso il prelievo di una goccia di sangue che dosa la tripsina immunoreattiva (IRT). Se il risultato è positivo (valori di IRT sopra la soglia considerata di normalità) viene eseguito il test del sudore e, sulla stessa goccia di sangue, il test genetico per ricercare le mutazioni del gene della fibrosi cistica. Sulla base del risultato del test del sudore e del test genetico si può fare la diagnosi di malattia. 

Lo screening alla nascita porta a fare diagnosi di malattia molto precocemente e questo permette di avviare il più presto possibile il programma di controlli e cure che hanno migliorato nettamente la vita dei malati.

Diagnosi prenatale (in corso di gravidanza)

Alcuni laboratori offrono la possibilità alle coppie della popolazione generale, anche se non hanno storia di particolari malattie genetiche in famiglia e se non vi sono ragioni per sospettare la presenza di una specifica malattia, di indagare lo stato di salute del feto attraverso una serie di test genetici. Questi test vengono fatti durante la gravidanza e consistono nella villocentesi e nell’amniocentesi; tra le malattie genetiche di cui viene offerto il test, c’è la fibrosi cistica.

La villocentesi si esegue attraverso il prelievo di villo coriale, cioè di un piccolo numero di cellule delle membrane che circondano il feto (placenta fetale). Su queste cellule viene svolta l’analisi genetica per fibrosi cistica. Il prelievo si esegue alla 10a-11a settimana di gravidanza.

L’amniocentesi consiste nel prelievo di liquido amniotico, cioè del fluido che circonda il feto e che contiene cellule fetali, sulle quali viene svolta l’analisi genetica. Si esegue in 16a-18a settimana di gravidanza.

Se il test genetico prenatale indica la presenza della malattia, si può prendere la decisione ritenuta più appropriata rispetto alle convinzioni personali e alle circostanze: continuare o interrompere la gravidanza.

La diagnosi prenatale per la fibrosi cistica è raccomandata e fornisce un risultato affidabile quando entrambi i membri della coppia sono stati accertati come portatori di mutazioni del gene CFTR. Una coppia di portatori ha un rischio del 25% per ogni gravidanza di avere un bambino affetto dalla malattia.

Per questo motivo, chi desidera avere figli e vuole valutare il rischio che il nascituro possa essere malato, può scegliere di effettuare in coppia il test genetico per il portatore del gene CFTR mutato. Questo approccio consente di identificare precocemente i rischi genetici e di accedere a strumenti diagnostici o preventivi adeguati.

1 SU 30 E NON LO SAI”

Circa un italiano su 30 è portatore sano di fibrosi cistica. Questo significa che approssimativamente una coppia su 900 è composta da due portatori sani del gene CFTR mutato, con una probabilità del 25% per ogni gravidanza di avere un bambino affetto da fibrosi cistica.

Oggi, grazie ai progressi della genetica, è possibile identificare i portatori sani attraverso il test genetico del portatore, che viene eseguito in laboratori specializzati in tecniche di genetica molecolare. Questo test può essere effettuato su presentazione di una richiesta del medico curante, offrendo alle coppie informazioni fondamentali per pianificare il proprio futuro familiare.

ALTRI APPROFONDIMENTI

CAUSE E TRASMISSIONE

PORTATORI SANI

GENE CFTR

MANIFESTAZIONI ED EVOLUZIONE