CAUSE E
TRASMISSIONE

Perché si nasce con la fibrosi cistica

Di norma, una persona possiede due copie normali del gene CFTR (Cystic Fibrosis Transmembrane Regulator). Invece, chi è affetto da fibrosi cistica ha due copie mutate del gene CFTR, ovvero con un’alterazione nella sequenza del DNA. Il portatore sano ha invece una sola copia mutata del gene CFTR, mentre l’altra è normale. Pertanto, un bambino nato con la fibrosi cistica eredita due mutazioni del gene CFTR, una dal padre e una dalla madre. I genitori, avendo ciascuno una sola copia difettosa e nessun sintomo della malattia, sono definiti portatori sani di fibrosi cistica.

In Italia, si stima che ci sia un portatore sano ogni 30 persone circa, il che significa che circa una coppia su 900 è composta da due portatori.

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In ogni gravidanza, se entrambi i genitori sono portatori del gene CFTR mutato, esistono le seguenti probabilità:

  • 1 probabilità su 4 (25%) di avere un figlio malato di fibrosi cistica. Questo accade quando entrambi i genitori trasmettono la copia mutata del gene.
  • 1 probabilità su 4 (25%) di avere un figlio né malato né portatore. Questo accade quando entrambi trasmettono la copia normale del gene.
  • 2 probabilità su 4 (50%) di avere un figlio portatore sano. Questo accade quando solo uno dei due trasmette la copia mutata del gene.

Il gene CFTR, localizzato sul cromosoma numero 7, contiene le istruzioni per produrre una proteina che regola il trasporto di cloruro e bicarbonati attraverso la membrana delle cellule epiteliali, presenti sia sulle superfici esterne che interne di molti organi. Poiché ogni individuo possiede due cromosomi numero 7, ha anche due copie del gene CFTR.

La mutazione del gene CFTR porta alla produzione di una proteina CFTR difettosa o, in alcuni casi, ne impedisce del tutto la sintesi. Questo provoca secrezioni povere d’acqua, rendendole dense e poco scorrevoli, caratteristica che ha portato in passato a denominare la malattia “mucoviscidosi” (muco viscido). Inoltre, determina un sudore con una concentrazione di sale 4-5 volte superiore al normale.

Nel pancreas, le secrezioni stagnanti possono formare cisti e il tessuto circostante tende a infiammarsi, indurirsi e diventare fibrotico, da cui il nome “fibrosi cistica”, che per esteso sarebbe “fibrosi cistica del pancreas”, sebbene il pancreas sia solo uno degli organi coinvolti. Nell’85-90% dei casi, il pancreas non riesce a svolgere correttamente la sua funzione di riversare nell’intestino gli enzimi digestivi, compromettendo la digestione dei cibi.

Gli organi più colpiti, con importanti conseguenze cliniche, sono i bronchi e i polmoni, dove il muco stagnante favorisce infezioni respiratorie ricorrenti e una progressiva infiammazione che può evolvere in insufficienza respiratoria. Altri organi interessati includono le cavità nasali e paranasali, l’intestino, il fegato e l’apparato riproduttivo maschile.

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