Si è conclusa pochi giorni fa a Orlando (Florida) la 30ª Conferenza Nordamericana sulla Fibrosi Cistica, il più importante appuntamento annuale sullo stato della ricerca in fibrosi cistica e sugli avanzamenti delle cure e della strategia assistenziale per le persone malate.
Nonostante le stimolanti prospettive offerte dalla scoperta di nuove strategie per colpire la malattia a livello del suo difetto di base, è stata ribadita la necessità di perfezionare le terapie sintomatiche, di cui vi sarà comunque ancora bisogno sia nell’immediato che nel lungo termine. Da tale punto di vista, si stanno consolidando le pratiche di cura delle infezioni polmonari e dello stato di nutrizione, che si conferma vitale per la tenuta delle difese organiche. Lo stesso trapianto polmonare sta ottenendo diffusamente miglioramenti nel controllo del rigetto e delle complicanze infettive, oltre che nel reperimento di organi da donatori.
Il Congresso ha rivelato un sempre più marcato investimento di ricerca su molecole capaci di recuperare la funzione della proteina CFTR, assente o ridotta in FC. Molte le informazioni sugli effetti nel medio e lungo termine di kalydeco nella realtà quotidiana dei malati con mutazioni gating (G551D la mutazione più studiata): si confermano, pur con discreta variabilità da caso a caso, i benefici dimostrati dai trial clinici, che hanno portato al trattamento di circa il 6% dei malati FC con tali mutazioni. Di rilievo anche alcune comunicazioni sul trattamento con Orkambi (kalydeco+lumacaftor) nella realtà quotidiana in pazienti omozigoti F508del: qui si conferma che i benefici non raggiungono i livelli ottenuti con kalydeco per le mutazioni gating e non tutti i pazienti sembrano ricavarne beneficio, mentre elevato sembra il numero di coloro che sospendono la terapia. Emerge quindi sempre più la necessità di avere a disposizione nuovi correttori di CFTR più potenti di lumacaftor (il correttore di Orkambi) e possibilmente una combinazione di almeno due correttori con un potenziatore. In questa direzione lavorano parecchi gruppi di ricerca e anche alcune compagnie farmaceutiche: alcune anticipazioni di interesse sono emerse anche dal congresso. Sono in corso studi clinici di fase 1 e 2 su alcune delle nuove proposte: la compagnia Vertex è ancora all’avanguardia in questo e un suo correttore, il VX-661, è già in fase avanzata di trial clinico di fase 3 in omozigoti F508del.
Sta crescendo interesse per l’impiego di modulatori di CFTR (correttori e potenziatori) anche nei soggetti con mutazione F508del associata con altra mutazione. Vi sono nuove proposte per le mutazioni stop: nuove strategie (anche agendo su mRNA) per bypassare il codone stop del gene, ma anche combinazione di queste con correttori e potenziatori. L’obiettivo strategico generale per i prossimi anni è quello di arrivare a curare il difetto di base in tutti i malati FC (almeno il 90% di essi). E qui si inserisce con forza la nuova strategia, chiamata di gene editing: la tecnica, di cui si è parlato molto al congresso, anche se ancora con pochi dati misurabili, è quella del CRISPR-Cas9, una forma aggiornata di terapia genica. In sostanza si tratta di manipolare il DNA del gene tagliandone la sequenza mutata e sostituendola con la sequenza normale. In vitro la cosa funziona già bene; il problema su cui si sta lavorando è come trasferire al malato il gene corretto.
La Conference ha visto la partecipazione di quasi 4000 ricercatori e operatori sanitari, soprattutto nord-americani ma anche molti europei, con una delegazione di circa 35 italiani, tra cui una componente di ricercatori della rete FFC. Almeno 200 le sessioni di lavoro e 764 i poster, che sono stati una grande opportunità di confronto diretto tra i ricercatori.