Recensione di pubblicazione da progetto FFC
Staphilococcus aureus meticillino-resistente (MRSA) è una modificazione genetica dell’originale batterio Staphylococcus aureus ed è caratterizzato dalla resistenza alla famiglia degli antibiotici betalattamici (tra cui la meticillina), che sono la terapia antibatterica più comunemente usata nei confronti delle infezioni respiratorie sostenute da St. aureus. MRSA è frequente in fibrosi cistica perché la pressione antibiotica a cui i pazienti sono sottoposti è elevata e il batterio per sopravvivere acquisisce meccanismi di resistenza. La colonizzazione cronica da MRSA si associa in genere a una compromissione broncopolmonare più importante rispetto a quella dei pazienti liberi da MRSA. Quindi, in analogia con quanto viene messo in atto nei confronti di Pseudomonas aeruginosa, appare razionale cercare di impedirne la cronicizzazione aggredendolo al primo isolamento nell’escreato, anche nei pazienti che non presentano sintomatologia infettiva acuta in atto. Sono stati effettuati numerosi studi clinici per cercare di far luce riguardo alla opportunità/possibilità di eliminare MRSA o per lo meno ritardarne l’impianto cronico, appunto come avviene per Pseudomonas. Ad oggi, però, l’argomento è ancora dibattuto, poiché i risultati a disposizione non sono esaurienti, anche alla luce del fatto che talora MRSA può scomparire spontaneamente.
Gli autori di questo studio (1), clinici e microbiologi afferenti al Centro FC di Firenze, in collaborazione con altri Centri FC italiani, hanno indagato efficacia e sicurezza di un protocollo di terapia antibiotica con antibiotici diversi dai Betalattamici (gli antibiotici usati erano rifampicina e cotrimossazolo per bocca per 21 giorni, più mupirocina endonasale per 5 giorni) in pazienti di età superiore a 4 anni, che avevano presentato nell’escreato MRSA per la prima volta in assoluto o dopo quattro culture negative per il germe nell’arco dell’ultimo anno. I pazienti trattati (gruppo A) sono stati confrontati con un gruppo di pazienti non trattati (gruppo B), giunti all’osservazione dei Centri nello stesso periodo di tempo e anch’essi con prima comparsa di MRSA. All’inizio dello studio il gruppo B non differiva significativamente dal gruppo A per età, sesso, stato nutrizionale (BMI), funzionalità respiratoria (FEV1%), altri germi nell’escreato. Tutti i pazienti arruolati non presentavano una riacutizzazione broncopolmonare in atto, né resistenza in base all’antibiogramma agli antibiotici del protocollo antibiotico in studio.
È stata definita eradicazione l’assenza di MRSA in tre culture successive nei sei mesi seguenti. Sono stati inoltre raccolti dati riferiti a eventuali variazioni di FEV1%, BMI, presenza di altri germi nella cultura escreato e frequenza di riacutizzazioni respiratorie. Sono entrati nello studio 29 pazienti nel gruppo A e 32 pazienti nel gruppo B. Avevano età media simile, intorno ai 14 anni, ma il range era molto ampio, da bambini ad adulti. Purtroppo non hanno terminato lo studio 10 pazienti nel gruppo A e 20 pazienti nel gruppo B: il motivo più frequente è stato il variare delle condizioni cliniche con comparsa di sintomi di esacerbazione infettiva (più frequenti nel gruppo B) e quindi la necessità di introdurre altri antibiotici attivi contro MRSA, in aggiunta a quelli del protocollo sperimentale nel gruppo A, e come nuovo trattamento antinfettivo nel gruppo B. Nel gruppo A, 2 pazienti hanno presentato effetti collaterali ai farmaci del protocollo (in uno vomito e in un altro orticaria) e nel gruppo B, 1 paziente è stato sottoposto a trapianto polmonare.
MRSA è stato considerato eradicato dalle vie aeree nel 63% dei casi (12/19 pazienti) del gruppo A e nel 38,5% (5/13 pazienti) nel gruppo B e la differenza tra i due gruppi è risultata statisticamente significativa. Al termine dei sei mesi di studio FEV1% era aumentato mediamente del 7% nel gruppo A e diminuito del 1% nel gruppo B, mentre BMI era aumentato del 0,54% nel gruppo A e diminuito dello 0,38% nel gruppo B. Tutte le differenze tra i due gruppi sono risultate significative. Non differenze significative invece riguardo alla frequenza delle riacutizzazioni e alla eventuale comparsa di altri germi in escreato o di ulteriori resistenze antibiotiche nei germi già presenti.
I risultati di questo studio suggeriscono che un protocollo antibiotico basato su antibiotici diversi dai betalattamici e attivi in base all’antibiogramma può avere un impatto significativo sulla eradicazione, almeno a breve-medio termine, di MRSA dalle vie aeree; inoltre questo dato sembra associarsi a un significativo miglioramento della funzionalità respiratoria e dello stato nutrizionale. Nessun effetto collaterale importante è inoltre emerso. Altri studi eseguiti hanno riportato la scomparsa di MRSA in un periodo più breve di osservazione, in questo studio il periodo e i criteri per definire l’eradicazione sono gli stessi di quelli in uso per il batterio Pseudomonas.
Come gli autori stessi affermano, però, il rilevante numero di pazienti che non hanno completato lo studio ha impedito di conferire ai risultati ottenuti la potenza sufficiente a trarre conclusioni definitive in merito all’argomento trattato. Sarà necessario, in futuro, approfondire ulteriormente questo tema, data la grande importanza che potrebbe assumere nell’ambito dei protocolli terapeutici del paziente FC.
Progetto finanziato da FFC (Grant FFC#20/2012) con il contributo di adozione da parte di: Delegazione FFC di Cecina, Delegazione FFC di Vittoria-Ragusa e Catania 2, Delegazione FFC di Messina, Delegazione FFC di Lecce.
1) Dolce D, Neri S, Grisotto L, Campana S, Ravenni N, Miselli F, Camera E, Zavataro L, Braggion C, Fiscarelli EV, Lucidi V, Cariani L, Girelli D, Faelli N, Colombo C, Lucanto C, Lombardo M, Magazzù G, Tosco A, Raia V, Manara S, Pasolli E, Armanini F, Segata N, Biggeri A, Taccetti G. Methicillin-resistant Staphylococcus aureus eradication in cystic fibrosis patients: A randomized multicenter study. PLoS One. 2019 Mar 22;14 (3): e0213497. doi: 10.1371/journal.pone.0213497. eCollection 2019.