Negli USA migliori risultati nei centri con maggior numero di trapianti polmonari FC. Sembra non influente il numero complessivo di trapianti che il centro esegue.
Il trapianto di polmone è un’arma concreta, a disposizione ormai da molti anni, nei confronti dello stato di insufficienza respiratoria che non risponde più alla terapia medica. È internazionalmente riconosciuto che il volume di attività rappresentato dal numero di trapianti effettuati nei singoli centri chirurgici è associato a un migliore risultato del trapianto stesso.
I centri chirurgici con alto volume di attività, infatti, acquisiscono una più approfondita esperienza e capacità di gestione dei vari problemi clinici che si possono verificare. Se riferita però ai pazienti con fibrosi cistica questa affermazione necessita di essere confermata.
I pazienti affetti da FC sono, infatti, proporzionalmente più giovani rispetto agli altri pazienti che giungono a una condizione irreversibile di insufficienza respiratoria per altre malattie e, per questo motivo, soprattutto negli Stati Uniti, vengono spesso trapiantati in centri chirurgici con maggiore esperienza pediatrica, ma con un volume di attività complessiva minore, rispetto ad altri centri dove vengono trapiantati soprattutto i pazienti adulti.
Gli autori di questo studio (1) hanno voluto quindi verificare, su ampia casistica, se la prognosi a distanza del malato FC trapiantato è maggiormente condizionata dalla dimensione di attività trapiantologica polmonare in toto del centro chirurgico o dalla specifica esperienza acquisita in campo FC. Sono entrati nello studio 2025 pazienti FC (1027 maschi, età media 28,7 ±8 anni) trapiantati di polmone nel periodo maggio 2005 -marzo 2015 in 45 centri di trapianto U.S.A afferenti al Registro UNOS (United Network for Organ Sharing). Mediamente sono stati effettuati 3 trapianti all’anno in pazienti FC e 17 trapianti/anno in pazienti non FC. Per ogni donatore sono stati raccolti dati riferiti all’età e al sesso e per ogni paziente trapiantato i dati riferiti a età, sesso, stato nutrizionale, funzionalità respiratoria, durata della lista d’attesa e utilizzo di procedure extracorporee di ossigenazione (ECMO) o di intubazione durante il periodo di attesa stessa.
L’analisi statistica dei dati raccolti ha dimostrato che nei pazienti FC con monitoraggio superiore a un anno dal trapianto, una sopravvivenza maggiore era associata ai centri che eseguivano più trapianti per FC e non ai centri che mostravano un più alto numero complessivo di trapianti. Nei pazienti FC con sopravvivenza inferiore a un anno dal trapianto non è emersa, invece, nessuna associazione tra prognosi migliore e volume di attività trapiantologica totale o numero di trapianti in pazienti FC.
Gli autori commentano i migliori risultati ottenuti dai centri trapianto con maggiore affluenza di pazienti FC. Ipotizzano che la specifica competenza raggiunta in questi centri sia importante, soprattutto a una certa distanza dall’intervento chirurgico, quando è necessario gestire il problema infettivo, il problema nutrizionale e tutte le complicanze degli altri organi ed apparati che la FC coinvolge. Gli stessi autori segnalano come la mancanza di informazioni su alcune caratteristiche cliniche dei pazienti (ad es. colonizzazione batterica) non aiuti a spiegare le ragioni dei dati ottenuti, in particolare non spieghi perché lo stesso vantaggio prognostico, che nei centri con maggior numero di trapianti FC si verifica a lungo termine, non si realizzi anche a breve termine. Pur con queste lacune i risultati dello studio suggeriscono che l’esperienza specifica nella patologia ha un impatto molto importante sul risultato del trapianto polmonare FC.
1) Hayes D Jr, Sweet SC, Benden C, Kopp BT , Goldfarb SB, Visner GA, Mallory GB, Tobias JD, Tumin D, Transplant center volume and outcomes in lung transplantation for cystic fibrosis. Transpl Int. 2016 Dec 24. doi: 10.1111/tri.12911. [Epub ahead of print]