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18 Maggio 2016

Atresia bilaterale congenita dei dotti deferenti (CBAVD) associata a mutazioni/varianti del gene CFTR

Autore: Fabrizio
Domanda

Buongiorno, ho due figli rispettivamente di 28 e 22 anni, entrambi affetti da FC con mutazione 1717-1G>A e S1373N. Di quest’ultima ancora oggi non esiste riscontro nella letteratura medica. I ragazzi hanno normale funzionalità pancreatica e assenza di complicanze polmonari (ottimi i test respiratori), l’unica manifestazione evidente della malattia è l’aplasia congenita bilaterale dei vasi deferenti, ma per il resto sembrerebbe una FC asintomatica, soprattutto per il figlio più piccolo. Vi avevo già scritto qualche anno fa e adesso volevo cortesemente sapere se vi sono aggiornamenti sulla tipologia della mutazione S1373N. E se è possibile che la combinazione delle due mutazioni possa avere in qualche modo reso lieve la patologia. Grazie per l’attenzione. Distinti saluti

Risposta

Per dare un’utilità generale alla risposta, diciamo che siamo di fronte a due giovani adulti in cui è stata posta la diagnosi di fibrosi cistica, ma le manifestazioni fino a oggi riguardano solo l’apparato riproduttivo (aplasia bilaterale dei dotti deferenti, condizione che comporta infertilità). Il genotipo è composto da una mutazione certa (1717-1G>A) e da una variante o mutazione del gene di cui si ignorano gli effetti: S1373N.

Non abbiamo trovato, neanche dopo qualche anno dalla precedente domanda, informazioni su S1373N. Non è citata nei database www.genet.sickkids.on.ca e www.CFTR2.org, né in articoli scientifici. E non è detto su quali elementi clinici sia stata fondata la diagnosi di fibrosi cistica. Certamente la presenza di atresia dei dotti deferenti depone per una manifestazione attribuibile tipicamente alla fibrosi cistica, e non ad altre patologie. Oggi sappiamo che possono esserci forme di fibrosi cistica in cui può essere interessato quasi esclusivamente l’apparato riproduttivo. E’ interessato quest’apparato perché più di tutti gli altri è sensibile a difetti anche modesti di proteina CFTR. Visto che nel tempo in questi due fratelli sembra perdurare la mancanza di altri sintomi, si potrebbe ipotizzare che S1373N (assieme alla mutazione 1717-1G>A) porti alla sintesi di una discreta quota di CFTR normale, tale da impedire l’interessamento di pancreas e polmoni; ma comunque questa quota di CFTR normale non sia stata sufficiente a impedire il danno a carico dell’apparato riproduttivo, vista la sua particolare vulnerabilità.

Si potrebbe quindi orientarsi verso una diagnosi di fibrosi cistica localizzata all’apparato genitale: il problema di queste forme è che sono conosciute e diagnosticate da poco, per cui è molto difficile oggi dire come possano evolvere. Questa è la ragione per cui si preferisce adottare un atteggiamento prudenziale e monitorare l’andamento con controlli regolari presso centri FC, con medici ben felici di costatare il buon andamento, ma anche pronti a intervenire se si manifestassero altri sintomi FC. Sintomi che con tutta probabilità sarebbero comunque sempre più blandi di quelli della fibrosi cistica classica.

G. Borgo


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