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17 Marzo 2015

Efficacia e Sicurezza di Ivacaftor nei pazienti FC con mutazione G551D e insufficienza respiratoria grave

Dr. Laura Minicucci, Centro Regionale Ligure FC, Ospedale Gaslini, Genova

I risultati di questo studio osservazionale mostrano che Ivacaftor nei pazienti portatori di G551D è ben tollerato ed è efficace nel migliorare la condizione respiratoria e nutrizionale anche in pazienti FC con insufficienza respiratoria grave.

Ivacaftor è il primo farmaco registrato negli Stati Uniti, Australia e in alcuni Paesi europei per la terapia di base della Fibrosi Cistica, poiché si è dimostrato efficace e ben tollerato dai pazienti FC portatori della mutazione CFTR G551D ed altre mutazioni di gating. Negli studi clinici condotti a tutt’oggi sono stati esclusi pazienti con insufficienza respiratoria importante, caratterizzata da FEV1 inferiore al 40% del predetto, quindi i dati riferiti a efficacia e tollerabilità di ivacaftor in questo gruppo di pazienti erano limitati a segnalazioni anedottiche o casistiche limitate. Gli Autori di questo lavoro (1) hanno studiato i risultati riferiti a efficacia e tollerabilità in pazienti portatori della mutazione G551-D entrati nel programma di studio, gestito dalla ditta produttrice Vertex, che prevedeva l’uso compassionevole del farmaco negli Stati Uniti per pazienti di età superiore ai 6 anni, FEV1 < 40% e/o in lista d’attesa per trapianto bi-polmonare.

Per tutti i pazienti arruolati sono stati raccolti dati riferiti alla comparsa di eventi avversi e alle variazioni della funzionalità respiratoria e dello stato nutrizionale (BMI) associati alla terapia con Ivacaftor. Si è trattato di uno studio osservazionale, che non ha arruolato quindi un gruppo di controllo e che ha previsto 24 settimane di follow-up. Sono entrati nello studio 44 pazienti; 9 di questi hanno interrotto la terapia durante le settimane previste: 4 perché sottoposti a trapianto polmonare, due per la comparsa di eventi avversi potenzialmente correlati a Ivacaftor (dolori addominali e vertigini) e tre per exitus. Complessivamente, compresi i casi segnalati che hanno portato alla sospensione del farmaco, sono stati riportati, durante il periodo di osservazione, 38 eventi avversi non sicuramente legati ad ivacaftor (soprattutto comparsa di riacutizzazioni polmonari, emottisi e sintomi legati a infezioni delle prime vie aeree) e il numero e la qualità di questi eventi avversi è stato considerato coerente con l’atteso per la condizione di gravità della malattia dei soggetti in studio. In 35/44 dei pazienti inclusi erano disponibili i valori di FEV1 nel mese precedente la terapia con Ivacaftor: il valore medio era 29%. In 19/44 erano disponibili i valori di FEV1 sia prima che dopo le 24 settimane di terapia con Ivacaftor: l’incremento medio di FEV1 è risultato pari a 5,5 punti percentuali, con aumento osservato pari a 2,3% già alla seconda settimana di trattamento e progressivo incremento fino alla 24a settimana. Il peso dei pazienti che avevano completato le 24 settimane ha mostrato un incremento medio di 3,3 Kg. I risultati ottenuti indicano che Ivacaftor è ben tollerato anche nei pazienti con compromissione polmonare grave e che il farmaco ha un ruolo nel migliorare la malattia di base, sia dal punto di vista respiratorio che dal punto di vista nutrizionale.

Pur con i limiti legati ad uno studio osservazionale, che non ha potuto quindi usufruire del gruppo di controllo, si dimostra che, oltre ad essere ben tollerato, Ivacaftor ha un ruolo positivo anche nel decorso clinico dei pazienti più compromessi. Deve essere sottolineato che, questa dimostrata efficacia, all’inizio dell’era dei nuovi farmaci che agiscono direttamente sulla funzionalità della CFTR, non era da considerarsi scontata sulla base dei risultati ottenuti in studi controllati con pazienti meno gravi (FEV1 tra 40 e 90%). Poteva essere ipotizzato infatti che, soprattutto per le avanzate lesioni polmonari, questo tipo di terapia potesse risultare inefficace nelle fasi avanzate della malattia.

I risultati di questo studio, quindi, sono stati segnalati per la loro importanza nella richiesta fatta da parte della Fondazione FFC, insieme alla Lega Italiana FC e alla Società Italiana FC, al fine di ottenere, da parte dell’Agenzia Italiana per i Farmaci (AIFA), la registrazione del farmaco a carico del Servizio Sanitario Nazionale anche per i pazienti in condizioni respiratorie peggiori.

1. Taylor-Coursar J, Niknian M, Gilmartin G, Pilewski J, for the VX11.770-901 investigators. Effect of ivacaftor in patients with advanced cystic fibrosis and a G551D-CFTR mutation: Safety and efficacy in an expanded access program in the United States. J of Cystic Fibrosis. 2015, http://dx.doi.org/10.1016/j.jcf2015.01.008