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15 Luglio 2012

Uso di azitromicina in pazienti FC in età pediatrica non colonizzati da Pseudomonas aeruginosa

Laura Minicucci (Centro Regionale Ligure FC, Ospedale G. Gaslini, Genova)

Azitromicina ha dimostrato, nel breve termine, di essere efficace nel migliorare la funzionalità respiratoria, ridurre il numero delle riacutizzazioni polmonari e migliorare lo stato nutrizionale nei pazienti con FC colonizzati da Pseudomonas aeruginosa (PA). In uno studio controllato, già concluso nel 2010 (1), Azitromicina ha confermato la possibilità di ridurre la frequenza delle riacutizzazioni polmonari e di migliorare lo stato nutrizionale anche nei pazienti FC non colonizzati da PA, pur non dimostrandosi efficace nel migliorarne la funzionalità respiratoria. Lo studio aveva previsto un periodo di follow up di 24 settimane ed erano stati confrontati i risultati ottenuti nel gruppo di pazienti trattati con Azitromicina con quelli ottenuti in un gruppo di pazienti di controllo trattati con placebo.

Nel presente studio (2), multicentrico (hanno partecipato 32 Centri CF in Usa e Canada) gli stessi Autori hanno indagato efficacia e sicurezza di Azitromicina somministrata per ulteriori 24 settimane in tutti i pazienti che avevano terminato il precedente studio controllato. Il protocollo ha previsto l’osservazione di due gruppi di pazienti: Gruppo A (pazienti già trattati nel precedente studio e quindi con farmaco somministrato per 48 settimane complessivamente) e gruppo B (pazienti trattati con placebo nel precedente studio e ora con farmaco somministrato per 24 settimane).

Tutti i pazienti hanno assunto per tre giorni alla settimana la medesima dose di farmaco considerata nello studio precedente: 250 mg/die per pazienti con peso inferiore a 35 kg di peso e 500 mg/die per pazienti con peso superiore. Pazienti e sperimentatori non erano a conoscenza del tipo di trattamento (farmaco o placebo) somministrato nello studio precedente. Sono stati considerati, come parametri di efficacia, i dati riferiti alla funzionalità polmonare, al numero di riacutizzazioni respiratorie comparse con il relativo trattamento somministrato, e allo stato nutrizionale. La tollerabilità e la sicurezza della terapia è stata valutata sulla base della eventuale comparsa di effetti collaterali, di eventi avversi associati, di alterazioni nei parametri biochimici di funzionalità epatica, renale e ematologica e sulla eventuale comparsa di nuovi patogeni in escreato. I risultati raccolti sono stati elaborati confrontando, nell’ambito dello stesso gruppo, il periodo del precedente studio randomizzato con il periodo dello studio attuale e confrontando i due gruppi tra loro.

Criteri di inclusione per essere arruolati sono stati l’avvenuta conclusione dello studio controllato e una condizione di stabilità clinica al momento dell’arruolamento. Sono entrati nello studio 146 sui 249 pazienti arruolati nello studio controllato. Il gruppo A comprendeva 77 pazienti e il gruppo B 69 pazienti. Tutti i pazienti hanno concluso lo studio ad eccezione di due pazienti del gruppo A e quattro pazienti del gruppo B.

L’andamento della funzionalità respiratoria non ha dimostrato significative variazioni in entrambi i gruppi rispetto ai risultati dello studio precedente, anche se una tendenza al miglioramento è stata osservata nell’ambito del gruppo B (che prima faceva placebo). Non sono state evidenziate variazioni nella frequenza delle riacutizzazioni respiratorie. L’andamento dell’incremento ponderale nel gruppo A non ha subito variazioni rispetto al periodo dello studio precedente e ha mantenuto il vantaggio già dimostrato rispetto al gruppo B: anche i pazienti di questo gruppo, peraltro, questa volta hanno mostrato una tendenza al miglioramento dello stato nutrizionale. Nessuna differenza significativa è stata dimostrata tra i due gruppi e tra i due periodi di studio riguardo ai parametri di sicurezza e tollerabilità considerati. In particolare, però, per quanto riguarda l’indagine microbiologica su escreato, gli Autori segnalano un’incremento debolmente significativo del numero di Stafilococchi resistenti ai macrolidi nel gruppo B.

Gli Autori concludono affermando che azitromicina, nel follow up protratto a 48 settimane di trattamento continuativo, ha dimostrato di mantenere i risultati positivi emersi dopo le prime 24 settimane di trattamento dello studio precedente. Affermano inoltre che, anche nel periodo di trattamento prolungato a 48 settimane, non sono emersi dati contro la sicurezza e buona tollerabilità del farmaco.

Possiamo commentare però che questo studio non riesce a portare solide e robuste conclusioni rispetto al quesito di fondo: infatti, se da un lato mostra dati a favore della “tenuta” dell’impatto positivo della terapia (impatto limitato all’ambito nutrizionale), il gruppo che fa Azitromicina continuativa per 48 settimane, d’altro canto, mostra solo delle “tendenze” migliorative (e non vere differenze statistiche) rispetto al periodo senza farmaco del gruppo che nelle prime 24 settimane aveva fatto solo placebo. Come gli Autori stessi affermano, quindi, pur non esistendo preoccupazioni sulla sicurezza e tollerabilità del farmaco, in analogia a quanto è ad oggi noto per i pazienti colonizzati da PA, ancora rimangono dubbi irrisolti sui reali benefici del trattamento a lungo termine per quelli che non presentano il germe nell’escreato.

1. Saiman L, et al.. “Open-Label, Follow-on study of azithromycin in pediatric patients with CF uninfected with Pseudomonas aeruginosa”. Pediatric Pulmonology. 2012;47:641-648

2. Saiman L, et al. “Effect of azithromycin on pulmonary function in patients with cystic fibrosis uninfected with Pseudomonas aeruginosa: A randomized controlled trial”. JAMA 2010;303:1707-1715