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25 Agosto 2014

Micobatteri non tubercolari nei pazienti FC degli Stati Uniti: modalità di screening e rischio ambientale

Dr. Laura Minicucci, Centro Regionale Ligure FC, Ospedale Gaslini, Genova

Qual è il problema
Studiare, nella popolazione FC degli Stati Uniti, la prevalenza dei micobatteri non tubercolari (NTM) e indagare quali fattori sono associati alla notevole variabilità che la caratterizza tra Stati diversi.

Che cosa si sa

I pazienti FC hanno un rischio aumentato, rispetto alla popolazione generale, di acquisire la colonizzazione broncopolmonare da NTM, che è presente nel 13-23% dei soggetti. Nella prevalenza della infezione da NTM sono segnalate variazioni geografiche importanti. All’infezione da NTM è stato attribuito negli ultimi anni un ruolo significativo nell’evoluzione della broncopneumopatia FC ed è quindi importante studiarne l’epidemiologia per meglio far fronte alle infezioni da essa provocate.

Che cosa aggiunge questo studio

Questo studio (1), ha dimostrato che la grande variabilità della prevalenza della colonizzazione da NTM è associata all’area geografica considerata e ai fattori climatici e ambientali che la caratterizzano. Tra i fattori climatici, la condizione atmosferica caratterizzata da una temperatura calda e umida è risultata associata all’alta prevalenza dell’infezione.

PREMESSE

I Micobatteri non tubercolari (NTM), così come altri patogeni diffusi nell’aria ambiente, sono presenti cronicamente nelle vie aeree dei pazienti FC con una frequenza molto maggiore rispetto a quella propria della popolazione generale, poiché in FC la clearance muco-ciliare è insufficiente ai fini di liberare i polmoni dalla presenza dei germi. La fonte di contagio di NTM è l’ambiente e, complessivamente, nella popolazione degli Stati Uniti la prevalenza di infezione da NTM (soprattutto Mycobacterium avium complex= MAC e Mycobacterium abscessus) è stimata tra il 13 e il 23%. Negli ultimi anni, il ruolo potenzialmente patogeno dei NTM è risultato più evidente e, a partire dal 2010, il Registro U.S.A. di malattia ha raccolto dati più approfonditi sulla loro epidemiologia, consentendo quindi di fare una iniziale chiarezza sui motivi della nota variabilità legata alle varie regioni geografiche e sulle modalità di screening utilizzate per studiarne la presenza nei pazienti in follow up. Gli Autori di questo studio hanno voluto verificare la diversa prevalenza di NMT nei vari Stati degli Stati Uniti e hanno correlato questo dato con le condizioni climatiche e ambientali dei vari Stati e con le politiche di screening effettuate per la ricerca di NTM in escreato.

METODO
Sono stati raccolti i dati riferiti alla presenza di MAC e M.abscessus nei pazienti presenti nel Registro di patologia degli U.S.A. negli anni 2010-2011. Sono stati definiti positivi tutti i pazienti di età superiore ai 12 anni con una cultura positiva e negativi tutti i pazienti che non avevano presentato NTM in un esame culturale dedicato eseguito negli stessi anni. Per ogni paziente, oltre ai dati anagrafici e clinici di rilievo, sono state raccolte informazioni riguardo lo Stato, la zona di residenza (definita dal codice postale) e tutte le condizioni climatiche di quella zona, comprese la temperatura ambientale, le precipitazioni e il grado di umidità. Sono state anche considerate criticamente le varie modalità di screening culturale effettuate in ogni singolo Stato per la ricerca di NTM, in modo da calcolare la correlazione tra l’applicazione più o meno intensiva dello screening e il risultato della prevalenza di NMT.

RISULTATI

Dei 18.003 pazienti superiori ai 12 anni presenti nel Registro U.S.A. negli anni 2010 e 2011, il 58% aveva effettuato una cultura escreato per NTM (età media 27 anni, range 12-82 anni), il 14% di questi (1384 pazienti) avevano avuto almeno una cultura positiva per MAC e/o M.abscessus (età media 29 anni, range 12-79) e il 7% di questi (407 pazienti) aveva presentato culture positive in entrambe gli anni considerati. La percentuale di pazienti in cui era stata effettuata la ricerca di NTM risultava molto differente da Stato a Stato, variando da 10% dei pazienti in follow-up indagati nel Rhode Island a più dell’80% dei pazienti indagati in Alaska, Colorado, Nevada, Tennessee, Texas e Hawaii. La maggior parte degli Stati aveva comunque effettuato culture in più del 50% dei pazienti. La prevalenza complessiva di culture positive era pari a 12%, con una prevalenza minima in Rhode Island e in Colombia (0%) e massima in Alaska (28%). Però l’Alaska era anche lo Stato in cui la percentuale dei pazienti scrinati era anche maggiore che in tutti gli altri. Sostenendo questo l’ipotesi che il rischio di contrarre infezioni da NTM sia più alto negli ambienti ad alta umidità (poichè nell’aria sono presenti un maggior numero di micobatteri circolanti in particelle aerosoliche). Gli Stati più a rischio sono apparsi quelli con climi più caldi e umidi del Sud e SudEst degli Stati Uniti. Anche il grado di umidità del luogo di abitazione del paziente è risultato significativamente associato al rischio aumentato di NTM in escreato. Altre variabili correlate sono risultate l’età dei pazienti e l’uso precedente di macrolidi, ma entrambe non in misura significativa. Il 60% dei NTM presenti complessivamente in escreato erano MAC. Anche questo dato presentava però una considerevole variabilità a seconda degli Stati: range 29%-100%.

CONCLUSIONI E COMMENTI

Questo studio ha dimostrato, su un campione molto vasto di pazienti, che la prevalenza di NTM è alta, considerata complessivamente nell’ambito di tutto il territorio degli U.S.A e che essa varia in modo importante da Stato a Stato. E’ stata individuata come variabile associata alla prevalenza di NTM la percentuale di umidità ambientale. Di fatto, nelle regioni più umide i NTM sono più frequenti nell’aria ambiente e sono più frequenti nelle vie aeree dei pazienti. Gli Autori segnalano che, seppure la diversa percentuale di pazienti scrinati nei vari Stati possa costituire un elemento confondente nella lettura dei risultati, deve essere affermato che nelle zone degli U.S.A. più umide i pazienti sono a rischio aumentato per contrarre questo tipo di colonizzazione delle vie aeree. I risultati ottenuti, probabilmente “esportabili” anche in Paesi diversi da U.S.A., devono indurre ad aumentare l’attenzione verso i NTM soprattutto in alcune zone climatiche, anche alla luce delle attuali evidenze sulla loro potenziale patogenicità nella evoluzione della broncopneumopatia FC.

1. Adjemian J “Nontuberculous Mycobacteria among Cystic Fibrosis Patients in the United States: Screening Practices and Enviromental Risk” AJRCCM 10.1164/rccm.201405-0884OC ( 2014)