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20 Agosto 2012

La scelta di trattare le esacerbazioni polmonari con antibiotici per bocca, per inalazione o per endovena e i diversi effetti sulla funzionalità respiratoria

G. Borgo

In presenza di un’esacerbazione respiratoria i medici FC scelgono di prescrivere un ciclo antibiotico per bocca o per via endovenosa, più raramente per via inalatoria. Questo studio multicentrico americano (1), condotto sui data di un grosso database, denominato “Epidemiologic Study of Cystic Fibrosis “, si è proposto di capire le ragioni che stanno alla base della scelta e se a scelte diverse corrispondano effetti diversi sulla funzionalità respiratoria. Gli Autori Hanno fatto ricorso ad una vasta casistica di oltre 13.000 pazienti osservati negli anni 2003-2005. Essi hanno manifestato complessivamente 45.374 esacerbazioni respiratorie. Il 73% di queste è stato trattato con antibiotici per bocca, il 39% con antibiotici per via endovenosa e il 24% per via aerosolica. La via endovenosa è risultata associata all’età del paziente, alla gravità della malattia e alla diminuzione dia funzionalità respiratoria provocata dall’esacerbazione.

Dopo il trattamento antibiotico, considerando insieme le sue diverse modalità, il miglioramento in termini di funzione è stato in media di 3,4%. (±12,2%), con un vantaggio della via endovenosa (5,1±12,7%) rispetto alle altre vie (2,0±11,6%). A distanza di 180 giorni dall’esacerbazione, era presente una diminuzione media di funzione pari a 3,8±10,5%, con poca differenza rispetto ai diversi tipi di trattamento.

La ricerca non scopre niente di nuovo, però ha il merito di dare evidenza al fatto che i medici scelgono il trattamento antibiotico più invasivo, quello per via endovenosa, quando l’esacerbazione è più grave; e riservano il trattamento per bocca (ma anche per aerosol, modalità questa raramente usata in Europa per trattare le esacerbazioni) ai pazienti più giovani con malattia meno importante. E’ il trattamento per via endovenosa che ottiene il maggior effetto funzionale, se si considera ogni singola esacerbazione. Però questo beneficio sembra “diluirsi” nel tempo, perché se si valuta a distanza dall’esacerbazione (nell’arco di sei mesi) non c’è una grande differenza negli effetti determinati dalle diverse vie di trattamento sulla funzionalità respiratoria. Per capire gli effetti a lungo termine dei diversi tipi di trattamento (e in pratica di una maggiore o minore “aggressività” di strategie antibiotiche) sarebbe stato indispensabile un periodo di osservazione più prolungato. E comunque i risultati di uno studio retrospettivo, come questo, hanno limiti inevitabili rispetto ad uno studio prospettico, peraltro difficile da condurre su larga casistica.

1) Wagener JS, Rasouliyan L, Vandevanter DR, Pasta DJ, Regelmann WE, Morgan WJ, Konstan MW; for the Investigators and Coordinators of the Epidemiologic Study of Cystic Fibrosis

“Oral, inhaled, and intravenous antibiotic choice for treating pulmonary exacerbations in cystic fibrosis”. Pediatr Pulmonol.2012 Aug 8. doi: 10.1002/ppul.22652. [Epub ahead of print]