L’infezione da Pseudomonas aeruginosa nei pazienti FC si considera in genere associata con maggiore infiammazione bronchiale e più rapida progressione della malattia polmonare. Questo è vero in generale ma vi è una grande variabilità da caso a caso, in dipendenza anche da quanto precocemente si tenta di eradicare il batterio e da quanto si metta in atto una copertura protettiva antibiotica continuativa per aerosol. E tuttavia sembra giocare un ruolo importante sul futuro della malattia polmonare l’età di acquisizione di questo batterio. E’ quanto viene abbastanza dimostrato da uno studio condotto nel Nordamerica (1) su un largo numero di pazienti: la comparsa precoce di Pseudomonas aeruginosa si associa a maggiore gravità di decorso della malattia polmonare nell’età avanzata. Si tratta di uno studio piuttosto complesso nel quale vengono considerati i pazienti CF precedentemente arruolati nello “Studio dei Geni Modificatori”. Per avere una popolazione omogenea sul piano genetico vengono esaminati solo i pazienti omozigoti DF508 e solo quelli di cui si dispone di dati completi presenti nel registro nordamericano dei pazienti CF. Il parametro di riferimento per definire la gravità di malattia è la FEV1. Lo studio verte solo sui pazienti che all’età di arruolamento avevano FEV1 a valori estremi (tra 8 e 25 anni quelli con FEV1 molto bassa; tra 15 e 28 anni quelli con FEV1 alta): da un lato i pazienti “severi”, quelli inclusi nel 25% dei casi con valori molto bassi di FEV1, dall’altro i pazienti “lievi”, quelli compresi nella fascia del 25% dei valori alti di FEV1. L’età di acquisizione di Pseudomonas viene considerata in due modi: 1) l’età di primo isolamento del batterio b) l’età di inizio dell’acquisizione persistente.
Entrano alla fine nello studio 629 pazienti, 310 con malattia severa e 319 con malattia lieve.
Si trova una forte associazione tra età precoce di acquisizione di Pseudomonas e gravità di malattia polmonare nell’età più avanzata: i soggetti con la prima coltura positiva per P. aeruginosa prima dei 5 anni hanno una probabilità (calcolata come “Odd Ratio”) di malattia severa in età avanzata 6,5 volte maggiore rispetto ai soggetti che hanno la prima coltura positiva dopo i 10 anni. Tale probabilità è anche più alta se si considera l’età di inizio della acquisizione persistente di Pseudomonas: 11,2 volte più alta nei soggetti con colonizzazione persitente prima dei 5 anni. L’acquisizione tra 5 e 10 anni è sempre legata a maggiore probabilità di malattia svera ma con un livello di rischio minore (intorno a 4 volte). La probabilità di malattia severa con l’acquisizione precoce di Pseudomonas è più alta nelle femmine rispetto ai maschi: con la prima coltura positiva prima dei 5 anni le femmine hanno probabilità di malattia severa quasi 10 volte maggiore rispetto alle femmine con acquisizione oltre i 10 anni, mentre per i maschi tale probabilità è solo di 4 volte; tale probabilità è anche più alta se si considera l’età di inizio della colonizzazione persistente (circa 40 volte per le femmine contro il 4,4 % per i maschi).
Giustamente gli Autori fanno notare che questo studio non permette di dire se l’infezione da Pseudomonas sia la causa di declino della funzione polmonare o solo un marcatore di malattia polmonare più severa. In altri termini è possible che Ps. aeruginosa trovi più facilitazione al suo insediamento dove vi siano condizioni polmonari più compromesse anzichè essere causa di tali condizioni. Anche se l’ultima parola su questo problema non è ancora detta, è ragionevole pensare che entrambi i fattori siano variamente in gioco: condizioni polmonari di debole difesa favoriscono l’impianto di Ps. aeruginosa e tale impianto peggiora le condizioni polmonari.
Questo studio ha parecchi punti deboli, anche se gli autori hanno cercato di compensarli in vario modo cimentando al massimo le qualità dell’analisi statistica: basti pensare solo alla definizione di “età di acquisizione persistente di Pseudomonas”, che corrisponde all’età della prima coltura positiva che si ripete tale nei tre anni successivi almeno in due anni. Questi son i limiti dei dati da registro, in cui l’informazione sulla coltura batteria è presa solo una volta all’anno. Cionostante, l’alta numerosità della serie di pazienti e i valori fortissimi degli indici di probabilità ottenuti rendono abbastanza convincenti le conclusioni di questo studio.