La ricerca microbiologica è fortemente orientata oggi a individuare strategie per impedire a Pseudomonas aeruginosa di produrre il “biofilm”, una barriera mucillaginosa protettiva contro antibiotici e sostanze di difesa lesive del batterio, che ne assicura l’infezione cronica dell’apparato respiratorio dei malati FC. Un gruppo di ricercatori cinesi (1) ha focalizzato i suoi studi in vitro su un vecchio farmaco, l’ambroxol, metabolita attivo della bromexina, impiegato come espettorante e secretolitico nel trattamento dell’asma e della bronchite cronica. Era già stato osservato che il farmaco promuove la permeabilità di ciproxin entro il biofilm batterico e interferisce sullo sviluppo di biofilm riducendo la produzione di alginato, la sostanza mucillaginosa che costituisce il biofilm stesso (2). I ricercatori cinesi hanno cimentato il farmaco con ceppi diversi di Ps. aeruginosa, compresi ceppi resistenti isolati da malati.
Essi hanno dimostrato così che ambroxol riduce sensibilmente lo spessore del biofilm aumentandone la porosità, rendendolo così permeabile agli antibiotici e ad altre sostanze. Tale effetto appare legato significativamente alle proprietà antagoniste del farmaco nei confronti del “quorum sensing”, il sistema di molecole segnale attraverso il quale i batteri comunicano mettendo in moto la costruzione del biofilm. Gli autori suggeriscono che ambroxol possa essere adattato per il trattamento della fibrosi cistica.
1. Lu K, et al. Ambroxol interferes with Pseudomonas aeruginosa quorum sensing. Intern J Antimicr Agents. 2010;36:211-215
2. Li F, et al. Effects of ambroxol on alginate of mature Pseudomonas aeruginosa biofilms. Curr Microbiol. 2008;57:1-7