Già recensimmo su questo sito una pubblicazione (1) in cui la misura dei potenziali nasali (NPD) correlava con numero e gravità delle mutazioni CFTR ma era spesso inconclusiva per la diagnosi nelle forme atipiche di fibrosi cistica. In uno studio multicentrico condotto in Francia (2), la NPD si sarebbe rivelata invece utile nel definire la diagnosi di fibrosi cistica nei bambini che avevano avuto un test di screening neonatale positivo, con tripsina immunoreattiva (IRT) che si manteneva elevata nel tempo ma con test del sudore nei valori borderline (tra 30 e 60 mEq/L) e con una sola o nessuna mutazione CFTR al primo test genetico.
Sulla tecnica del test NPD abbiamo riassunto alcuni dettagli nella recensione di cui sopra (1). Si tratta in sostanza di valutare la funzione di CFTR misurando la differenza di potenziale elettrico che si stabilisce tra un elettrodo esploratore collocato sulla mucosa nasale ed un elettrodo di riferimento piazzato sulla cute: la differenza di potenziale dipende dalla concentrazione di elettroliti (Cloro e Sodio) alla superficie dell’epitelio nasale e questa dipende dalla funzionalità della proteina-canale CFTR. I valori di misura basale vengono integrati nel test dei francesi con quelli derivati da stimoli diversi atti a sondare vari aspetti della secrezione di cloro e di riassorbimento di sodio.
Sono stati esaminati 23 bambini di età compresa tra 3 mesi e 4 anni. Il test NPD è risultato interpretabile in 21 di essi. Il risultato complessivo del test è stato espresso con un punteggio che includeva non solo la misura basale maanche quelle ottenute con vari stimoli. 13 bambini hanno presentato un punteggio compreso nella fascia FC (identificata in soggetti con FC classica). Ad una successiva analisi genetica estensiva, tutti questi 13 bambini sono risultati avere due mutazioni CFTR e 9 di questi hanno sviluppato presto una malattia polmonare cronica. Il teste del sudore ripetuto a distanza è risultato positivo in 6 di 9 bambini in cui si è potuto fare. Degli 8 bambini con punteggio NPD normale solo due risultarono avere due mutazioni CFTR, di quelle peraltro che possono dare manifestazioni cliniche assai diverse: nessuno ha sviluppato, almeno fino al momento dello studio, malattia polmonare FC e il test del sudore ripetuto ha mantenuto livelli di cloro inferiori a 60 mEq/L. La diagnosi CF fu esclusa definitivamente in 6 di questi bambini.
Benchè nei bambini piccoli non collaboranti si ritenga in genere che il test NPD non sia di facile esecuzione, sembra dunque che i ricercatori francesi abbiano ottenuto un tasso molto alto di successo e il loro punteggio NPD composito sembra essere stato risolutivo per la diagnosi nei bambini in cui la procedura di screening neonatale non aveva consentito conclusioni (ma due casi sono rimasti comunque non risolti anche con NPD). Forse si può obiettare che nemmeno il test NPD può offrire certezze diagnostiche definitive, dal momento che manchiamo di un “gold standard” cioè di un parametro di riferimento di certezza per la diagnosi: possiamo oggi al massimo dire che un test NPD con risultati nella fascia CF rende assai probabile la diagnosi CF, mentre risultati fuori di tale fascia escludono con alta probabilità, ma non con certezza, la diagnosi.
1. La misura dei potenziali nasali correla con numero e severità di mutazioni CFTR ma è spesso non risolutiva per la diagnosi CF nelle forme atipiche (15.01.07) Sermet-Gaudelus I, et al. Measurement of nasal potential difference in young children with an equivocal sweat test following newborn screening. Thorax 2010;65:539-544