Lo scopo di questa ricerca (1) è stabilire l’andamento dell’incidenza della fibrosi cistica nell’arco di 16 anni (1990-2005) in due regioni europee nelle quali da tempo esistono programmi del tutto simili di screening neonatale; e valutare quali fattori possono influire su questo andamento .
Le regioni considerate sono la Bretagna regione del Nord-Ovest della Francia, con una popolazione discretamente omogenea, di origine celtica, di circa 3.000.000 di abitanti e circa 35.000 nascite all’anno; e il Veneto Trentino-Alto Adige, regioni del Nord-Est d’Italia, con una popolazione più numerosa, 5.400.000 abitanti, circa 50.000 nascite all’anno e, diversamente dalla Bretagna, meta di un rilevante flusso d’immigrazione extraitaliana.
Da parecchi anni le due regioni hanno organizzato lo screening neonatale per FC mediante analisi della tripsina immunoreattiva (IRT) e identificazione delle più comuni nutazioni del gene CFTR. Hanno seguito strade un po’ dissimili per ciò che concerne la diffusione della diagnosi prenatale per FC, sia come tempi che come target della diffusione. In Bretagna essa è stata introdotta qualche anno prima che in Italia; è stata applicata nelle gravidanze di coppie con precedenti figli malati, ma anche in gravidanze in cui il sospetto di FC era suggerito dall’ecografia eseguita nel secondo trimestre di gravidanza (l’immagine sospetta è una particolare iperecogenicità dell’intestino fetale che indica ostruzione). A questo scopo è stata realizzata una larga campagna di sensibilizzazione e organizzazione degli ostetrici della regione.
Nel Veneto e Trentino-Alto Adige la diagnosi prenatale nelle coppie con precedente figlio malato ha probabilmente avuto una diffusione più tardiva; per contrasto, a partire dagli anni successivi al 95, è stata utilizzata anche da coppie che non avevano già figli malati, ma erano state diagnosticate come coppie di portatori in base al risultato del test per il portatore, offerto alla popolazione generale, cosa che non è avvenuta in Bretagna. Infine, solo per il Veneto e Trentino-Alto Adige gli istituti regionali di statistica hanno potuto dare informazioni sulla nazionalità dei genitori dei bambini scrinati (periodo 1992-2003) e quindi tener conto del mescolamento di popolazioni di varia origine e quindi con diversa frequenza del gene CFTR (molto bassa nelle persone di origine africana).
L’incidenza dei casi di FC è stata calcolata dividendo il numero dei nati diagnosticati FC ogni anno per il numero totale dei nati sottoposti a screening sempre in quell’anno. Si è tenuto conto di tutte le diagnosi prenatali per FC eseguite, della ragione per cui sono state eseguite e del loro esito. Questo ha permesso di calcolare anche un’incidenza “aggiustata”, in cui ai nati effettivi sono stati sommati anche i soggetti affetti da FC che sarebbero nati se le gravidanze non fossero state interrotte dopo il risultato patologico della diagnosi prenatale; e questo ha dato una possibile misura dell’influsso della diagnosi prenatale sull’incidenza realmente registrata. Attraverso modello statistico è stata calcolata la percentuale media di cambiamento dell’incidenza per anno e rappresentata la tendenza durante tutto l’arco degli anni considerati.
L’incidenza calcolata nell’arco di tutto il periodo risulta simile: 1/3153 in Bretagna , 1/3540 in Veneto-Trentino. Ma l’analisi dei dati suggerisce alcune osservazioni peculiari per ognuna delle due regioni. Infatti l’incidenza sembra stabile nel tempo in Bretagna, c’è solo un modestissimo decremento medio annuo intorno allo 0.6%. Nel Veneto invece appare inizialmente in aumento (anni 1990-94) e non ci sono ipotesi sul perché, cala poi progressivamente in maniera sensibile: c’è una diminuzione complessiva del 4.7%, diminuzione che si ha soprattutto dal 95 al 2005: -8.8% dal 1995 al 2005, addirittura -20% se si considera il periodo 2000-2005.
Il calcolo dell’ “incidenza aggiustata” permette delle ipotesi sul rapporto fra incidenza osservata e utilizzo della diagnosi prenatale per FC. Si può vedere che in Bretagna i nati FC sarebbero stati molti di più senza questo utilizzo: c’è stato, secondo gli autori della ricerca, un largo utilizzo della diagnosi prenatale per FC, costante nel tempo, e questo ha abbassato l’incidenza osservata, che altrimenti sarebbe stata del 43% più alta. Infatti, pur essendo in Bretagna la popolazione meno numerosa e minore il numero di nascite per anno, le gravidanze sottoposte ad indagine prenatale in cui è stata fatta diagnosi di FC sono state in tutto il periodo considerato ben 85 (di cui 79 interrotte), a confronto di un numero nettamente minore nel Veneto (38, di cui 31 interrotte). Nel Veneto, un certo effetto della diagnosi prenatale, e delle interruzioni di gravidanza ad essa conseguenti, sembrerebbe verificarsi solo a partire dagli anni successivi al 1995, e abbasserebbe l’incidenza di circa il 12% .
Un altro fattore che potrebbe contribuire alla diminuzione dell’incidenza FC nel Veneto è il mescolamento razziale: infatti sul totale dei bambini scrinati dal 1992 al 2003, il 5.2% è rappresentato da bambini che hanno genitori entrambi non italiani, il 2.6% un solo genitore italiano; e sono le coppie straniere che contribuiscono in maniera rilevante alla natalità ( il numero di nascite aumenta in media del 20% per anno nelle coppie straniere e solo dello 0.2% nelle coppie italiane). Ma l’incidenza della FC è molto minore nelle coppie straniere (1/6113): se non si tenesse conto di questo dato nella valutazione dell’incidenza complessiva di FC e si valutasse solo l’incidenza nelle coppie italiane, la tendenza al calo delle nascite FC sarebbe meno significativa (-5.3%, invece che -8.8%).
Quindi i dati raccolti attraverso lo screening neonatale sembrano suggerire che le strategie sanitarie mirate alla prevenzione della malattia possono modificare l’incidenza della FC: la diffusione della diagnosi prenatale per le coppie ad alto rischio di FC esercita un influsso importante ed è possibile che questo influsso sia ancora più determinante in futuro se si estenderà la strategia di offerta del test per il portatore nella popolazione generale. Il mescolamento razziale rappresenta una variabile indipendente che va tenuta in considerazione nelle valutazioni complessive.
1) Scotet V et all “Time trends in birth incidence of cystic fibrosis in two European areas : data from newborn screening programs” J Pediatr 2008; 152:25-32