Difficoltà di accedere alla prescrizione e al contatto con il ginecologo e scarsa adesione alle modalità con cui deve essere assunta sembrano essere le ragioni che frequentemente limitano l’uso della pillola contraccettiva e favoriscono le gravidanze indesiderate nelle adolescenti. Sembra inoltre che quasi la metà di quelle che ne interrompono l’assunzione lo faccia senza avvisare il curante e ne attribuisca la ragione alla presenza di effetti collaterali sfavorevoli. Non ci sono studi nelle adolescenti e nelle donne con FC su quest’ argomento così importante, nè più in generale sull’uso della contraccezione. La ricerca di cui diamo notizia (1) è stata realizzata allo scopo di conoscere le opinioni (giuste e sbagliate) diffuse fra le adolescenti della popolazione generale israeliana riguardo alla pillola contraccettiva. L’ipotesi alla base della ricerca è stata che se le adolescenti consultassero di più i medici le opinioni sbagliate diminuirebbero. Per questa ragione anche i medici sono stati invitati a rispondere allo stesso questionario proposto alle adolescenti.
Le domande del questionario indagavano quattro aree influenzate dall’uso della pillola: l’immagine del proprio corpo (aumento del peso, aumento dell’appetito, acne, peluria), gli effetti collaterali (sul desiderio sessuale, sull’umore), i rischi per la salute futura, le modalità d’uso. Erano in tutto dieci domande (riportate alla fine dell’articolo), cui era possibile rispondere SI, NO, NON SO. Presso gli ambulatori pubblici di un centro universitario israeliano, nel periodo fra ottobre 2003 e ottobre 2005 sono state intervistate 254 adolescenti (con livello di istruzione di scuola superiore), che si recavano all’ambulatorio per una visita ginecologica e per la prescrizione della pillola contraccettiva; le stesse domande sono state sottoposte a 114 ginecologi. Le adolescenti sono state suddivise in due gruppi a seconda che facessero già uso della pillola (138, con età media 18 anni e durata dell’uso della pillola variabile da un mese a 4 anni) e che invece se la facessero prescrivere per la prima volta (116, età media 17 anni).
E’ stata valutata la prevalenza di risposte errate o incerte nei due gruppi di adolescenti e nel gruppo dei ginecologi. In media le adolescenti hanno fornito quattro risposte sbagliate su dieci e l’area di maggior errore era quella relativa al timore di cambiamento nell’immagine del proprio corpo (il 59% delle intervistate riteneva che la pillola facesse aumentare appetito e peso),seguita da quella relativa alle modalità d’uso. Molte anche le risposte incerte (una media di due su dieci), soprattutto riguardo al rischio di tumore al seno. Non c’erano differenze negli errori o nell’incertezza a seconda che le ragazze usassero già la pillola o intendessero usarla dopo la visita del ginecologo.
Il fatto molto interessante è che anche un buon numero dei medici intervistati fornivano risposte sbagliate (una media di due risposte sbagliate su dieci) e questo indipendentemente dalla loro età, sesso, specialità dopo la laurea, sede di lavoro. Aree di maggior errore : l’ipotesi che la pillola aumenti l’appetito (ritenuto vera dal 49% degli intervistati) e che modifichi l’umore (ritenuta vera dal 41%).
Nel commento alla ricerca gli autori riportano le risposte corrette al questionario, documentandole con i dati della letteratura scientifica.
Per quanto riguarda il timore che la pillola faccia aumentare di peso, secondo gli studi realizzati con le ultime pillole a basso contenuto di ormoni estroprogestinici, non vi è differenza nell’andamento del peso fra le adolescenti che usano la pillola a quelle che non la assumono. Ci può essere una modesta ritenzione idrica responsabile di un aumento di 1-2 Kg (al massimo) nel 30 % di chi ne fa uso, aumento che non è diverso dalla variabilità spontanea del peso di chi non la assume.
Per quanto riguarda l’acne, si è visto che le attuali preparazioni hanno in realtà un effetto benefico curativo piuttosto che aggravante. Non ci sono evidenze riguardo il rischio aumentato di tumore al seno nell’età della donna in cui esso è più frequente (dopo i 40 anni). Non c’è rischio d’infertilità, intesa come impossibilità ad avviare una gravidanza; in passato era segnalato un “ritardo” del tempo fisiologico entro cui la donna con rapporti sessuali non protetti riusciva ad avviare una gravidanza. Era dovuto probabilmente alla soppressione dell’attività di una ghiandola importante (l’ipofisi), possibile con i vecchi preparati ad alto dosaggio ormonale, ma non verificata con i nuovi preparati. Non sono dimostrati effetti sull’umore. Non vi è una dimostrata utilità e razionalità nella raccomandazione di sospendere periodicamente la pillola “per depurare l’organismo dagli ormoni” e questa pratica (sbagliata) è spesso causa di gravidanze indesiderate. Invece una controindicazione importante resta il fumo, soprattutto con il passare dell’età della donna: unito all’uso della pillola diventa una condizione importante di rischio per problemi cardiovascolari.
In conclusione la ricerca punta a dimostrare che gli attuali preparati estroprogestinici a basso dosaggio non sono responsabili di molti degli effetti collaterali sfavorevoli segnalati in passato. Ma molte delle donne che li usano e un buon numero dei medici che li prescrivono non sembrano esserne al corrente.
1)Hamani Y et all “Misconceptions about oral contraception pills among adolescents and physicians » Hum Reprod 2007; 22(12):3078-3083