Le cellule staminali sono la base del meccanismo naturale attraverso cui gli organi del nostro corpo, compreso il polmone, vengono formati e poi “mantenuti” nel corso del tempo e riparati in caso di danno. Di qui l’idea di ricorrere alle staminali per “riparare” il polmone. Però il polmone ha una struttura complessa, contiene una grande varietà di cellule, che si rinnovano piuttosto lentamente, e non è dotato di un grande corredo di staminali proprie. Per queste ragioni rappresenta un bersaglio particolarmente difficile per una terapia con cellule staminali. Le ricerche sono comunque numerose e continue.
Il gruppo dei ricercatori dell’Imperial College Faculty of Medicine di Londra è particolarmente attivo in questo campo, ha costituito infatti un “Centro per la Medicina Rigenerativa e la Costruzione dei Tessuti”(Tissue Engineering and Regenerative Medicine Center). Ha pubblicato di recente una rassegna dei risultati finora raggiunti ( 1) e ha presentato all’European Respiratory Congress di Stoccolma l’ultimo esperimento realizzato. Cellule staminali di origine embrionale sono state “marcate” con nanoparticelle di ossido di ferro in grado di fornire una fluorescenza verde visibile al microscopio; quindi le hanno iniettate (a livello di capillari) in due gruppi di topi, il primo normale, il secondo trattato con una tossina che ha danneggiato l’epitelio polmonare. Due giorni dopo i topi sono stati soppressi e i ricercatori hanno usato il microscopio a fluorescenza per esaminare i loro polmoni e vedere che fine avevano fatto le staminali iniettate. Le cellule sono migrate nei polmoni, senza toccare altri organi e in buon numero hanno “colonizzato” le aree dannegggiate. Rimane poco chiaro nell’esperimento se queste staminali siano “diventate” cellule epiteliali polmonari mature, e quanto possano durare e quali funzioni tipiche delle cellule polmonari possano svolgere.
Nell’articolo pubblicato (1) la “trasformazione” è stata documentata attraverso foto al microscopio elettronico, che indicano come le nuove cellule posseggano la struttura caratteristica di quelle polmonari. Secondo questi ricercatori, la trasformazione avviene più facilmente se le staminali usate sono di origine embrionale, perchè quelle embrionali sono le staminali più indifferenziate e quindi le più suscettibili di trasformarsi in altri tipi di cellule. L’uso delle staminali embrionali fa entrare nella sfera dei problemi etici e legislativi (sappiamo che le norme inglesi non sono restrittive a questo riguardo). Ma va ricordato che altri studi hanno indicato “in provetta” la possibilità di trasformazione in cellule epiteliali polmonari anche da parte di staminali prelevate dal midollo osseo di adulti (erano adulti affetti proprio da FC ) (2). Quindi, non sappiamo oggi come oggi quali siano le staminali più adatte agli scopi che la “medicina rigenerativa” si propone: riparare le zone danneggiate di un polmone malato o addirittura “costruire” in laboratorio tessuto polmonare artificiale.
1)Lane S et all “Stem cells in lung repair and regeneration” Regen Med 2007; 2(4):407-415
2) Wang G et all “Adult stem cells from bone marrow stroma differentiate into airway epithelial cells: potential therapy for cystic fibrosis” Proc Nat.Acad Sci USA 2005; 102:186-191